{{IMG_SX}}Napoli, 29 maggio 2008 - "Le gravissime e drammatiche problematiche ambientali e sanitarie che riguardano la regione Campania, ovvero una soluzione di eccezionale e perdurante emergenza, hanno da ultimo indotto il governo ad adottare lo strumento della decretazione di urgenza.


Negli ultimi anni diverse indagini preliminari hanno accertato la consumazione di gravi violazioni della legge penale, tutte afferenti all'attuale sistema di raccolta, trasporto, stoccaggio, recupero e smaltimento dei rsu e di altra tipologia.


Gli uffici inquirenti della Campania in diverse occasioni hanno cercato di contrastare fenomeni illegali di vario tipo, anche riguardanti le infiltrazioni della criminalità camorristica nel settore rifiuti e di individuare gravi degenerazioni amministrative e di contenere e ridurre, in ogni caso, il danno arrecato all'ambiente, al territorio e alla salute dei cittadini". Così i 72 sostituti e 3 della Procura di Napoli, riguardo "al contenuto e agli effetti derivanti per l'attività giudiziaria dalla applicazione del decreto legge 23 maggio 2008 numero 90".


La riflessione, come è stata definita dai pm napoletani è stata inviata al Consiglio superiore della magistratura.
Scrivono ancora i pm che "tuttavia le norme del decreto legge numero 90, non sembrano assecondare e sostenere lo sforzo che, fino ad oggi è stato profuso dal nostro ufficio e da altri uffici inquirenti campani".

 

"In primo luogo, l'attribuzione - prevista in via transitoria, siccome legata al perdurare dell'emergenza (fissata normativamente per il 31 dicembre 2009 ma destinata a perdurare oltre, per circa 30 mesi, come affermato dal sottosegretario di Stato, Guido Bertolaso) - nella competenza territoriale al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli per i procedimenti penali relativi a reati riferiti alla gestione dei rifiuti e dai reati in materia ambientale nella regione Campania, nonchè a quelli ad essi connessi a norma dell'articolo 12 del Codice di procedura penale, solleva non poche perplessità di conformità al modello costituzionale di giurisdizione disegnato dagli articoli 25 e 102 ed altrettante ne suscita quanto alla previsione dell'efficacia futura dell'azione giudiziaria".

 

Nel documento inviato al Csm i sostituti di Napoli scrivono ancora: «Viene ad essere individuata, infatti, una nuova figura di giudice -il Tribunale di composizione collegiale che si occupa delle misure cautelari personali e reali relative a reati in tema di rifiuti- che, da una parte straordinario, poichè temporalmente e territorialmente limitato, dall'altra speciale, avendo cognizione di una specifica e limitata materia. Per di più - scrivono i pm - tale modifica riguarda anche i procedimenti già avviati, con un mutamento delle regole nel corso del procedimento, che non può non rilevare anche in relazione all'articolo 3 della Costituzione".

 
Secondo i magistrati della Procura napoletana "devono avanzarsi riserve di non poco conto anche in ordine alla disposizione che prevede l'attribuzione in capo al procuratore della Repubblica degli affari di cui al comma 1 dell'articolo 3 del citato decreto, anche in deroga all'articolo 2 del decreto legislativo 20 febbraio 2006 numero 106".

 
"In questo modo - sostengono - viene ad essere dilatato il potere di gestione del procuratore capo in ordine alle indagini e all'azione penale, al di là del recinto normativo stabilito dalla legge 24 ottobre 2006 numero 269 che, modificando il testo dell'articolo 2 del decreto legge 106 del 2006 ha introdotto il concetto di assegnazione dei procedimenti penali in luogo di quello originariamente previsto di delega".

 

Il meccanismo procedurale fissato dal decreto va comunque avanti. Il presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi ha firmato oggi il decreto per la costituzione del collegio che dovrà pronunciarsi, sulla base delle nuove norme emanate dal governo, sulle richieste cautelari relative a reati ambientali.


Alemi ha disposto che del nuovo organismo giudiziario faranno parte i giudici dell'ufficio gip di Napoli i quali, a rotazione con gli altri colleghi dell'ufficio, costituiranno il collegio (composto da tre magistrati). Tra breve il presidente dei Gip, Renato Vuosi, costituirà pertanto il collegio per i reati ambientali.


Il ''nuovo'' tribunale sarà presto chiamato a pronunciarsi sulla posizione delle 25 persone arrestate ieri nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania. I provvedimenti emessi dal gip Rosanna Saraceno - che ha esaminato le richieste avanzate dal pm a gennaio scorso, molto prima dunque dell'emanazione del decreto del governo - dovranno essere confermati dal nuovo organismo entro 20 giorni dalla trasmissione degli atti, altrimenti le misure cautelari saranno dichiarate inefficaci.