{{IMG_SX}}Roma, 17 aprile 2008 - Altri due incidenti sul lavoro avvenuti in Sicilia e Calabria allungano il lungo elenco di morti bianche. Una lista che sembra non vedere la fine, nonostante le norme approvate dal Parlamento per un inasprimento delle sanzioni e una maggiore tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.


Il primo dei due incidenti si e' verificato in una cava di marmo di Custonaci, in provincia di Trapani, della societa' 'Crema Italia'. E anche in questo caso, come avvenuto ieri in Lombardia, la vittima e' un immigrato, un giovane romeno di 23 anni. Craiu Vasile, utilizzando una scala, era salito sulla cima di un blocco di marmo, del peso di circa un paio di tonnellate.

Improvvisamente il blocco si e' sgretolato. Il romeno e' precipitato a terra rimanendo schiacciato da un grosso frammento ed e' morto sul colpo. Per estrarre il corpo sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Trapani che, impiegando un mezzo cingolato, hanno imbragato il masso per spostarlo.

 

La seconda vittima e' invece un agricoltore, rimasto schiacciato dal suo trattore a Castrovillari. L'uomo, Silvio Malomo, di 69 anni, stava arando il suo campo quando, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, si e' ribaltato in un punto in cui il terreno era particolarmente scosceso. I militari hanno sequestrato il trattore ed inviato un'informativa alla Procura della Repubblica.

E proprio per fermare la strage una serie di artisti, intellettuali, parlamentari e preti, tra cui Ettore Scola, padre Alex Zanotelli, Furio Colombo, Enrico Deaglio, l'associazione Articolo 21, hanno firmato un appello al presidente Napolitano e al nuovo governo per attirare l'attenzione sul dramma delle morti sul lavoro. Una petizione lanciata in concomitanza con una recita speciale dello spettacolo 'Il pane loro' di Stefano Mencherini, che raccoglie diverse testimonianze e storie vere, in scena domani sera alle Officine Marconi a Roma.

 

L'appello, che tutti potranno firmare domani sera, chiede che il nuovo governo aumenti il numero degli ispettori e carabinieri del lavoro (che dicono essere circa mille per 4 milioni di aziende); che i fondi dell'attivo dell'Inail (2 miliardi di euro l'anno) vengano ridistribuiti a sostegno di invalidi e nella prevenzione; che sia fornita assistenza anche psicologica alle vittime; che strutture come l'Ispels diventino realmente operative.

 

 

TORINO,OPERAIO RESTA INCASTRATO IN IDROSPAZZOLA

 

Ancora un'infortunio sul lavoro, questa volta a Torino, dove un lavoratore è rimasto incastrato con il braccio in una idrospazzola aspiratrice. L'operaio è grave ma non in pericolo di vita. L'uomo lavora per una cooperativa ed era impegnato nelle operazioni di pulizia di un'area mercatale in via San Secondo, quando l'arto è rimasto incastrato tra due tronchi del tubo di aspirazione del macchinario. E' stato soccorso e ricoverato all'ospedale Cto di Torino, e ha riportato un trauma da schiacciamento al braccio. Le cause dell'incidente sono ancora da accertare.