Martedì 23 Aprile 2024

Cosa succede se la Grecia esce dall'Euro. Le conseguenze per l'Italia

Costi di finanziamento che si impennano, debito che lievita, crescita che si ferma. Gli effetti di una Grexit sull'Italia

Il ministro dell'Economia greco Varoufakis (Ansa)

Il ministro dell'Economia greco Varoufakis (Ansa)

Roma, 25 maggio 2015 - La sortita di ieri del ministro dell'Interno greco sull'impossibilita' per il suo Paese di restituire il prestito all'Fmi, ha reso piu' vicina l'ipotesi di una Grexit. I trattati europei non prevedono la possibilita' di uscire dall'Eurozona, neanche la ipotizzano, mentre l'articolo 50 del Trattato di Lisbona prevede l'uscita concordata dall'Unione europea. In pratica non si puo' lasciare l'Eurozona senza uscire dall'Ue. In teoria, pero' uno Stato membro puo' chiedere di abbandonare l'euro senza uscire dall'Unione europea, anche se non esistono modalita' certe per lasciare l'Eurozona. Atene ha dunque la possibilita' di uscire dall'Ue e, seppure in modo piuttosto tortuoso, di abbandonare l'euro, tornando alla moneta nazionale.

Gli analisti hanno stimato che resuscitare la dracma determinerebbe una svalutazione tra il 40% e il 50% solo nel primo anno. Atene uscirebbe anche dal mercato unico europeo e dovrebbe ricostruire nuove relazioni commerciali con il resto del mondo, rischiando di rimanere isolata. La Grecia non e' un Paese ricco, non ha materie prime: il contraccolpo sulla sua economia e sui livelli di vita della popolazione sarebbe dunque durissimo. L'inflazione potrebbe salire rapidamente a due cifre. Il potere d'acquisto dei cittadini greci verrebbe schiantato, la poverta' aumenterebbe.

La Grecia è solo un piccolo ingranaggio dell'area euro, non certo un perno centrale. Il suo Pil pesa solo il 3% in Europa, eppure, in caso di uscita dall'euro o anche di default, l'effetto domino sui mercati, il cosiddetto contagio, seppure limitato, potrebbe avere riflessi rilevanti. Il timore principale è che la sfiducia generata sui mercati e il venir meno del dogma dell'indossolubilita' dell'euro, possa mettere in difficolta' pezzi piu' grossi dell'ingranaggio dell'Eurozona, in particolare la Spagna, l'Italia e perfino la Francia.

Il ministro greco dell'Economia, Yanis Varoufakis ha definito "catastrofica" l'eventualità di una Grexit, considerandola l'inzio della fine dell'euro. Anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan si e' esercitato su questo tema, prefigurando uno scenario meno drammatico ma ammettendo che "se la Grecia esce dall'euro sono possibili shock anche per noi. Il contagio a breve termine non mi preoccupa - ha spiegato Padoan - perche' ci sono gli interventi in corso della Bce e il Quantitative easing e' uno scudo che funziona. Inoltre, la situazione italiana e' molto piu' solida rispetto a due-tre anni fa. Il vero problema - aggiunge - e' nel medio periodo. Se ci fosse una Grexit, se Atene abbandonasse l'euro, l'Unione monetaria diventerebbe un animale diverso. Un insieme da cui si puo' uscire non sarebbe piu' irreversibile. E questo, nel medio periodo aggiunge una possibilita' a quelle che esistono attualmente. Questo cambierebbe i prezzi, laddove ci fossero tensioni. Se entriamo in un contesto nel quale c'e' una possibilita' in piu', quella dell'uscita dall'euro, il sistema diventa in generale piu' fragile e meno capace di assorbire gli shock".

In pratica, la Grexit rappresenterebbe un forte incentivo per la speculazione a scommettere sul fatto che l'euro non e' un vero progetto politico ma solo un'unione di cambi fissi tra i Paesi membri. La 'Grexit' avrebbe anche una conseguenza immediata sullo spread tra Btp e Bund, che attualmente e' a livello di sicurezza intorno a quota 120-130 punti, facendolo innalzare intorno a quota 300 o anche piu'. Inevitabilmente anche il rendimento dei Btp, che ora e' sotto il 2%, s'impennerebbe, facendo lievitare i costi di finanziamento del nostro Paese e dunque frenando la ripresa economica e facendo salire il debito.

Il Qe della Bce è uno scudo in questo senso e la credibilità dell'Italia è aumentata in questi ultimi 2-3 anni, ma il contraccolpo sarebbe comunque consistente e sicuramente costoso. Inevitabile anche una coda negativa in borsa, dove in particolare i titoli bancari subirebbero riflessi negativi. Soffrirebbero in particolare gli istituti piu' esposti con la Grecia. In questo senso al primo posto c'e' la Germania esposta per oltre 31 miliardi di dollari, segue la Francia con 21 miliardi, il Regno Unito con 15 miliardi, la Svizzera con oltre 4 miliardi. E l'Italia? Secondo i dati Bri rilasciati all'inizio dell'anno, le banche italiane hanno un'esposizione molto bassa, poco sopra quota zero, ma in compenso sono imbottite di bond governativi, che inevitabilmente subirebbero un contraccolpo negativo.