Venerdì 19 Aprile 2024

Cpl Concordia, Diana all'attacco: "Vendetta di Jovine". Le indagini: all'ex boss tangenti in cachemire

L'ex parlamentare, finito nel mirino dell'inchiesta sui rapporti tra i Casalesi e Cpl Concordia per la metanizzazione nell'Agro Aversano, passa al contrattacco: "'O' ninno' cerca di coprire gli ingenti patrimoni accumulati negli anni delegittimando chi come me è l'unica memoria storica in grado di ricostruire la sua carriera criminale"

Lorenzo Diana (Ansa)

Lorenzo Diana (Ansa)

Napoli, 4 luglio 2015 - Numerosi documenti sono stati acquisiti dai carabinieri in perquisizioni fatte nell'abitazione di Aversa (Napoli) dell'ex parlamentare Lorenzo Diana e negli uffici del Caan (Centro Agro Alimentare di Napoli) di Volla nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli nella quale Diana è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Diana, ex componente della Commissione Antimafia e simbolo della lotta contro i clan, ha consegnato una memoria che - ha riferito Diana interpellato dall'Ansa - aveva preparato nei mesi scorsi.

Le perquisizioni sono state fatte nella giornata di ieri. Quella in casa di Diana è stata molto breve, mentre quella negli uffici del Caan, che è un Centro specializzato nel commercio all'ingrosso e in servizi logistici del settore agroalimentare, il terzo d'Italia per dimensioni, è durata alcune ore e si è conclusa ieri pomeriggio tardi. Dalla presidenza del Caan Diana è stato sospeso ieri sera per decisione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Gran parte della documentazione - ha riferito Diana - è stata consegnata dallo stesso ex parlamentare ai carabinieri. La memoria data ai carabinieri - ha spiegato Diana - era stata da lui preparata a partire dai mesi scorsi dopo le prime dichiarazioni fatte dal pentito Antonio Iovine, ex boss dei Casalesi (detto "O' ninno'), nelle quali veniva fatto il suo nome in relazione agli appalti per i lavori di metanizzazione in alcuni comuni del Casertano.

DIANA ATTACCA: VENDETTA DI IOVINE  - "È la vendetta di Iovine, il quale cerca di coprire gli ingenti patrimoni accumulati negli anni delegittimando chi come me è l'unica memoria storica in grado di ricostruire la sua carriera criminale". Passa al contrattacco Lorenzo Diana. L'ex parlamentare del Pd ("me ne andai dal partito nel 2010, dopo che candidarono alla Regione il sindaco di Villa Literno su cui aveva indagato da pm Cantone") ha trascorso la notte a Roma dove osserva il divieto di dimora cui è stato sottoposto per un'altra vicenda, relativa a un presunto abuso d'ufficio commesso in qualità di presidente del Centro agroalimentare di Napoli. "Rivendico con orgoglio l'impegno per portare il metano nel comune di San Cipriano d'Aversa - dice oggi a sua difesa - e ricordo che la Cpl si presentava come un'azienda al di sopra di ogni sospetto, ben vista anche dai funzionari prefettizi che all'epoca commissariavano i comuni del Casertano. Se accordi ci sono stati con la camorra non mi hanno riguardato. Molte cose passavano sopra la testa dei Comuni. Io mi sono tenuto sempre mille miglia lontano dalla gestione degli appalti proprio perché temevo le infiltrazioni camorristiche". L'inchiesta trae spunto dalle dichiarazioni di diversi pentiti tra cui Antonio Iovine: "Ai magistrati ricordo che io ho cacciato il cognato di 'O' ninno' in modo pubblico dal comune di San Cipriano. E sono stato minacciato di morte da Iovine, come avrei potuto fare patti con lui? Chiederò che tirino fuori tutte le intercettazioni dei Casalesi dalle quali emerge che io per loro rappresento un nemico".

TANGENTI IN CACHEMIRE - Secondo l'inchiesta della Dda di Napoli esisteva un vero e proprio patto a monte, stretto sul finire degli anni '90, tra la Cpl Concordia e il clan dei Casalesi per l'affare della metanizzazione dei comuni dell'Agro Aversano. Secondo un altro collaboratore, Nicola Panaro, i referenti dei clan, però, potevano segnalare i nomi delle proprie imprese in tutti i Comuni interessati tranne quello di San Cipriano d'Aversa, dove l'impresa "doveva accontentare un politico di sinistra, Lorenzo Diana". Anche Iovine ha confermato: "A San Cipriano Lorenzo Diana, che pure ha svolto un'azione politica dura di contrasto alla criminalità organizzata facendo parte della commissione Antimafia, ha permesso che noi continuassimo ad avere questi appalti anche quando i sindaci erano della sua parte politica. Sicuramente era del tutto consapevole di come andavano le cose", ovvero del coinvolgimento del clan dei Casalesi. I termini dell'accordo consistevano nell'affidamento dei lavori a imprese indicate dai referenti locali della criminalità casalese; e nel comprendere la tangente destinata alla camorra quantificata in diecimila lire (poi nel tempo diventati 10 euro, ndr) per ogni metro di rete costruita. Ma non si trattava sempre di moneta sonante: la tangente poteva assumere le forme più svariate. Ad esempio all'ex boss Antonio Jovine sarebbero state pagate tangenti in maglioni di cachemire e giubbotti griffati, data la sua passione per il lusso e la moda. È Giovanni Di Tella, imprenditore aversano, a raccontare l'episodio ai pm nel corso di un interrogatorio dello scorso 30 aprile. L'impresa di Di Tella era stata inclusa - grazie all'interessamento di Iovine - tra quelle esecutrici dell'opera. "In cambio - si legge nell'ordinanza che riporta le dichiarazioni rese dall'imprenditore - a fronte delle pretese dazioni in denaro da corrispondere a Iovine nelle festività, anzichè versare le previste somme in contanti ho acquistato, su sua sollecitazione e precisa indicazione dell'oggetto, addirittura accompagnate dalla consegna di un depliant, un giubbotto e dei maglioni marca Brunello Cucinelli per un valore complessivo superiore ai 5000 euro". 

AFFONDO DEL GIP: "DA DIANA CONDOTTA SPREGEVOLE'" - Secondo il gip di Napoli Federica Colucci, Diana si è tacciato di un comportamento "spregevole" perché "mentre si districava nelle incombenze tese alla commissione dell'illecito, svolgeva attività di relatore in convegni sulla legalità insieme a magistrati noti per il loro impegno antimafia e si recava agli appuntamenti, organizzati per ottenere la falsa attestazione, accompagnato dalla scorta assegnatagli". Il riferimento è a una presunta falsa attestazione ottenuta per il figlio. Secondo l'accusa, Diana in cambio di una falsa attestazione necessaria per consentire al figlio di partecipare a un corso per dirigenti sportivi, avrebbe garantito all'avvocato Manolo Iengo, sostituto procuratore federale alla Figc, incarichi di natura legale per conto del Caan per 10mila euro. Il gip ricorda gli incarichi e le benemerenze ricevute da Diana nell'ambito del suo impegno antimafia come un'aggravante della sua condotta. "Tra i quali - ricorda - figurano presidente nazionale Rete per la legalità, presidente Premio nazionale Paolo Borsellino, membro del direttivo della Fondazione Caponnetto, nonché insignito del premio nazionale Paolo Borsellino nel 2008 e premio nazionale 'Custode della legalità".