Martedì 16 Aprile 2024

Cop21, cos'è e perché è importante

Da cinque anni i leader mondiali si stanno arrovellando per contenere il riscaldamento globale sotto i 2°C dai livelli della società preindustriale

Emergenza clima e siccità, ovunque cresce la preoccupazione

(DIRE) Roma, 19 mag. - A Expo si parla di mutamenti climatici, e in particolare il tema sara' affrontato domani al padiglione israeliano in occasione del seminario sulle foreste 'Cambiamenti Climatici: minacce e adattamento' organizzato dall'Ente nazionale israeliano per l'ambiente (Keren Kayemeth LeIsrael) in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato. Nel corso del seminario troveranno spazio analisi sulle tecniche per contrastare la desertificazione, il rimboschimento, la selezione e propagazione di cloni resistenti alla siccita' e gli effetti che dei cambiamenti climatici sui principali cicli biogeochimici delle foreste mediterranee. "L'attenzione e l'impegno del Corpo forestale dello Stato verso il tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sugli ecosistemi forestali sono in fase di progressiva crescita- spiega una nota del Corpo- cosi' come aumenta l'impegno a svolgere, in collaborazione con altri enti governativi e del mondo scientifico, attivita' di monitoraggio sullo stato di salute delle risorse forestali italiane, e non solo, in risposta ai molteplici fattori di stress ambientali che le minacciano". Interverranno all'evento rappresentanti del Corpo forestale dello Stato, ricercatori e professionisti dell'Ente nazionale israeliano per l'ambiente, del Centro di ricerca per la selvicoltura di Arezzo (Cra-Sel) e dell'Universita' della Tuscia. (Com/Ran/Dire) 17:57 19-05-1

Parigi, 30 novembre 2015 - Occhi puntati sul vertice dei leader globali sul clima in corso a Parigi. Società civile e organizzazioni non governative non perdono l'occasione per sottolineare l'importanza del tema e delle soluzioni attese dalla Cop21 per contrastare l'avanzata dei cambiamenti climatici. Il summit si inserisce nell'ambito della Convenzione quadro dell'Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc), il trattato ambientale internazionale prodotto dal Summit sulla Terra di Rio de Janeiro nel 1992, in vigore dal 1994, e ratificato da 195 Paesi più l'Unione europea. L'Unfccc prevede che ogni anno i Paesi membri debbano riunirsi in una Conferenza delle parti, detta 'Cop'. Quella in corso in Francia è la 21esima. Dalla Cop15 che si è svolta a fine 2009 a Copenhagen, al centro delle riunioni dei Paesi aderenti alla convenzione c'è il contenimento dell'aumento della temperatura globale entro i 2 gradi a confronto con i livelli preindustriali. Nel 2010 a Cancun, la Cop16 ha istituito il Fondo verde per il clima con l'obiettivo di trasferire finanziamenti e tecnologie dai Paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo per mettere in atto misure di adattamento e mitigazione. Il fondo gioca un ruolo importante nel raggiungere l'obiettivo dei 100 miliardi di dollari all'anno di finanziamenti in favore dei Paesi poveri, uno degli argomenti sul tavolo della Cop21. Infatti, motivo di scontro a livello globale è da anni il tema delle responsabilità dei Paesi sviluppati dei cambiamenti climatici e il diritto allo sviluppo di quelli con un'economia più arretrata. Tra gli obiettivi della Cop21 di Parigi, c'è anche l'adozione del Durban Platform for Enhanced Action (Adp), istituito a Durban nel 2011, uno strumento per dare maggiore forza alla Convenzione Onu sul clima, che dovrebbe essere adottato entro il 2015 ed entrare in vigore dal 2020. 

Per chiarire l'importanza dell'appuntamento in corso a Parigi, il Wwf ha realizzato un'animazione che spiega in due minuti e qualcosa cosa si aspettano le organizzazioni ambientaliste dalla Cop21. "Dagli oceani al cibo, dalle risorse idriche alle foreste - inizia il video -, gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno manifestando ovunque su specie, ambiente e comunità. Con la conferenza di Parigi i leader globali hanno l'occasione di incontrarsi e fare la differenza nel combattere i cambiamenti climatici. Cinque anni fa i leader globali hanno stabilito di tagliare le emissioni di anidride carbonica per mantenere il riscaldamento della temperatura globale sotto i 2°C per limitare i terribili effetti del cambiamento climatico, secondo quanto sostengono i migliori scienziati. In vista di Parigi, oltre 150 paesi hanno stabilito i propri obiettivi nazionali di riduzioni delle emissioni. Ma questi impegni permettono di arrivare solo a metà strada nel raggiungimento dell'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C, lasciando diverse tonnellate di anidride carbonica di troppo". L'associazione ambientalista suggerisce ulteriori passi avanti per contrastare il climate change. "A Parigi i leader possono dar vita a un piano che punti a colmare quello che manca e dar vita a una nuova era di collaborazione tra governi, aziende, e comunità dei paesi sviluppati e in via di sviluppo - affermano -, che parta dalla consapevolezza di questo gap e prenda le misure necessarie per colmarlo. I governi potrebbero andare oltre le negoziazioni, puntando alla collaborazione per riducerre le emissioni nel proprio Paese, e al contempo fare partnership con altre nazioni per ottenere un impatto ancora maggiore. Le aziende potrebbero ridurre le emissioni basandosi sulla scienza, contribuendo al benessere del pianeta senza rinunciare ai profitti. Per esempio, passando alle energie rinnovabili. Le comunità potrebbero fare dei passi avanti verso l'energia pulita riducendo gli sprechi. E le persone in tutto il mondo potrebbero fare qualcosa per influenzare i propri governi e le imprese, mentre potrebbero adottare delle migliori abitudini a livello energetico nelle loro vite. Non c'è mai stata più urgenza e più opportunità di cambiare il cambiamento climatico. Possiamo solo avanzare se le persone di tutto il mondo agissero insieme per colmare il gap delle emissioni da tagliare e garantire un futuro energetico più sicuro e pulito". 

In vista dell'apertura della conferenza di Parigi, ieri in tutto il mondo migliaia di persone sono scese in piazza per fare sentire la loro vicinanza a questi temi. Marce per il clima si sono svolte in tutte le capitali mondiali. Il corteo romano di 20mila persone è stato solo uno dei 2300 cortei organizzati in tutto il mondo: da Londra a Berlino, dall'India all'Australia fino all'Africa. La cosiddetta ' Climate March' ha coinvolto, secondo l'ong Avaaz, 570mila persone. Scontri e tensioni nella capitale francese, dove la manifestazione era stata vietata per motivi di sicurezza a seguito degli attentati dello scorso 13 novembre.