Venerdì 19 Aprile 2024

L'INCHIESTA DI Q.NET Cookie, l'invasione dei biscotti-spia. "Ecco come evitare le trappole"

I cookie, "biscotti-spia" esistono da anni: usati per la prima volta nel ’94, sono file di testo alfanumerici che memorizzano, a migliaia, i nostri dati. Le polemiche su privacy e legittimità non si sono mai spente

ONLINE_WEB

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Bologna, 8 dicembre 2014 - Immaginiamo di leggere un libro, ascoltare una canzone o usare la lavatrice, mentre qualcuno dietro di noi prende nota dei nostri scrittori e musicisti preferiti o del detersivo che usiamo. Se queste informazioni fossero diffuse, in libreria o al supermercato saprebbero esattamente cosa consigliarci per i nostri acquisti. Quando navighiamo online succede qualcosa di simile: i  nostri profili vengono ‘presi in affitto’ per tracciare i nostri identikit sempre più particolareggiati (chi siamo, come siamo fatti, con chi parliamo, cosa compriamo, cosa ci piace e cosa no). Ci pensano i cookie.

I biscotti-spia esistono da anni: usati per la prima volta nel ’94 per sviluppare un’applicazione di ecommerce su Netscape, il primo browser  commerciale, sono file di testo alfanumerici che memorizzano, a migliaia, i nostri dati. Arrivano dal web al pc per scoprire nostre abitudini e gusti. Consentono ai siti che li producono di archiviare informazioni sulla nostra visita, come la lingua preferita e altre impostazioni, e semplificare così l’accesso quando li visiteremo di nuovo.

L'ESPERTO: "COOKIE, ECCO COME EVITARE LE TRAPPOLE" 

Dalle origini a oggi però le cose sono molto cambiate e dalla semplificazione delle attività online all’invasione della privacy il passo è sempre più breve. I biscotti infatti fanno anche di più: su Facebook, dove rimbalzano facilmente da un utente all’altro, per esempio ci permettono di visualizzare tra i primi post quelli che riguardano gli amici che ci stanno a cuore; sui siti che visitiamo ci mostrano in primo piano gli oggetti che vorremmo comprare o che abbiamo nominato nelle nostre mail e chat private. Gmail e Outlook sono autorizzati da noi stessi per contratto a guardare dentro ciò che scriviamo. Il business è dominato da società poco note al grande pubblico: DoubleClick di Google, Gnip di Twitter, Atlas di Facebook, Xaxis, del colosso della pubblicità Wpp che gestisce 42 milioni di cookie – la quasi totalità della popolazione adulta - solo in Italia. I dati vengono condivisi con i partner o venduti e il giro d’affari è enorme. La sola AppNexus, che ha acquistato una tecnologia di Xaxis, è stata valutata 1,2 miliardi di dollari. A frenare la corsa all’oro non c’è ancora una legislazione forte, sebbene nei palazzi delle istituzioni europee ci si lavori da anni. L’unica cosa che si può fare per non farsi spiare è tutelarsi da soli, con un po’ di pazienza, una navigazione accorta e la guida degli esperti.