Coniugi trucidati, l'ira ai funerali. "Vengono a ucciderci dentro casa"

Catania, tutti contro l'ivoriano e lo Stato. Il pm: anche una pista locale

I funerali dei coniugi uccisi il 30 agosto durante un tentativo di rapina (Ansa)

I funerali dei coniugi uccisi il 30 agosto durante un tentativo di rapina (Ansa)

Catania, 3 settembre 2015 - Il vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, nell’omelia ha appena finito di dire: "Siamo tutti colpevoli, bianchi o neri. Non mi voglio sostituire alla giustizia, che deve fare il suo corso. Ma tutti devono assumersi la propria responsabilità perché non siamo riusciti a guardare il nostro fratello". E fuori della chiesa di Palagonia scoppia la rabbia delle centinaia di persone che hanno accompagnato al suono della marcia funebre le bare trasportate a spalla di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, gli anziani coniugi massacrati domenica scorsa nell’irruzione a scopo di rapina in casa loro.

Un delitto feroce, di cui è sospettato per ora solo il giovane immigrato ivoriano Mamadou Kamara, 18 anni. "Al governo non interessa niente di noi", "è sua la colpa di quanto è successo", "lo Stato non è dalla nostra parte, ci ha abbandonato da anni a questo problema e adesso vengono pure a ucciderci in casa", questi i motivi ricorrenti dello sfogo collettivo nella piazza del paese attraversata dal corteo partito dalla camera ardente nella sala comunale e arrivato alla parrocchia di San Giuseppe dove si celebrano i funerali delle due vittime. Intanto, al termine dell’udienza per la convalida del fermo durata cinque ore, il gip di Caltagirone si è riservato di decidere entro 24 ore (cioé oggi). "Che ci faccio qui? Sono innocente, voglio tornare a casa", ha ripetuto per tutto il tempo Kamara di fronte all’accusa di duplice omicidio aggravato. Mentre il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, lanciava un messaggio sibillino: "Le indagini continuano a tutto campo, senza escludere nessuna ipotesi, neppure quella locale. Sarà fatto tutto per chiarire la verità". Kamara, preso con i vestiti di Solano addosso e con quel borsone compromettente, ma forse ultimo anello di una catena di complicità? I rilievi della Scientifica sulla scena del crimine e l’esame istologico dei tessuti prelevati dal corpo di Ibanez durante l’autopsia, oltre a verificare l’agghiacciante ipotesi che la donna sia stata anche violentata, potrebbero consentire di isolare il Dna di altri partecipanti alla mattanza. E l’analisi del cellulare dell’unico fermato potrebbe riservare altre sorprese. Assumersi tutti la propria responsabilità, "respingendo ogni forma di odio verso chiunque". Parole di un pastore di anime. Ma quelle che escono direttamente dalla pancia della gente di Palagonia sono piene di rancore per tutti, lo Stato lontano (anche se rappresentato alle esequie da prefetto, sindaco e comandante dei carabinieri in prima fila) e gli immigrati troppo vicini, come quelli del Cara di Mineo, la ‘polveriera’ a cielo aperto da cui l’ultima domenica di agosto è uscito, secondo l’accusa, per rapinare e uccidere, il giovane africano sbarcato l’8 giugno scorso in Sicilia con altre centinaia di disperati del mare. "È colpa loro, ci hanno lasciati soli e ora ci ammazzano anche a casa", ripetono in massa dove si può alzare la voce, cioé fuori del luogo sacro dove le due bare con i cuscini di rose rosse appoggiati sopra ricevono l’estremo saluto.