Concordia, 16 anni a Schettino. La corte d'appello conferma la condanna

La sentenza nel tribunale di Firenze

Francesco Schettino

Francesco Schettino

Grosseto, 31 maggio 2016 - Confermata la condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della Costa Concordia a Francesco Schettino, l'ex comandante della nave. Lo ha deciso stasera la corte d'appello di Firenze. A leggere la sentenza che conferma quella di primo grado la presidente della corte d'appello di Firenze Grazia D'Onofrio. La Corte ha anche disposto nei confronti di Schettino l'interdizione dai titoli professionali marittimi per cinque anni in relazione al delitto di naufragio colposo, e lo ha condannato al pagamento delle ulteriori spese processuali. Schettino non c'era. Ha scelto di tenere un profilo basso, di non farsi vedere al processo. E ha atteso la sentenza nella sua casa di Meta di Sorrento insieme ai familiari. 

SODDISFATTI I PM DI GROSSETO - Nessun commento ma palese soddisfazione tra banchi dell'accusa per la sentenza di secondo grado nei confronti di Francesco Schettino. Il sostituto procuratore generale Giancarlo Ferrucci non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. I pm di Grosseto Alessandro Leopizzi e Maria Navarro, pubblica accusa al processo di primo grado, presenti a palazzo di giustizia di Firenze, si sono limitati a dire ai giornalisti di osservare la soddisfazione che avevano sul volto.

L'EX PM: "CONTENTO, MA SENTENZA MITE" - «Sono contento perchè è stato confermato l'impianto accusatorio ma si tratta comunque di una sentenza mite, meritava di più per quello che ha fatto». Queste le parole dell'ex procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, ora in pensione, che ha guidato l'inchiesta sul naufragio della Costa Concordia e che oggi era a Firenze anche se non presente in aula al processo d'appello per Francesco Schettino. Al processo di primo grado la procura aveva chiesto per Schettino 26 anni di reclusione.

LA DELUSIONE DELLA DIFESA - Delusione nella difesa di Francesco Schettino per la sentenza di appello che conferma la condanna a 16 anni di reclusione e un mese di arresto. «Dobbiamo capire perchè i giudici di secondo grado sono arrivati a questo ragionamento, dobbiamo leggere le motivazioni, è chiaro che la sentenza non è andata incontro alle nostre argomentazioni». Così l'avvocato Donato Laino, uno dei legali di Schettino, uscendo dal palazzo di giustizia di Firenze dopo la lettura della sentenza. Ai giornalisti che gli chiedevamo commenti da parte del comandante Schettino, l'avvocato ha risposto: «Lo dobbiamo ancora avvertire, dateci il tempo di farlo».

AUMENTATI I RISARCIMENTI - La corte d'appello di Firenze ha rideterminato per parte dei naufraghi le somme a titolo di risarcimento danni, aumentandole di una media di 15 mila euro a persona circa. Questo quanto stabilito nella sentenza emessa stasera dai giudici di secondo grado contro Francesco Schettino. Per il Comune del Giglio è stata confermata una provvisionale da 300.000 euro per il danno non patrimoniale. Soddisfazione parziale di alcuni legali di parte civile che hanno annunciato di voler proseguire nelle loro istanze per ottenere risarcimenti più consistenti.

DIECI UDIENZE PER CHIUDERE IL SECONDO PROCESSO - In primo grado l'interdizione, per 5 anni, era solo per l'attività di comandante di una nave, accompagnata anche dal divieto dell'uso del titolo di comandante. La corte ha così accolto una richiesta contenuta nel ricorso fatto dalla procura di Grosseto avverso alla sentenza di primo grado. Il secondo processo si è chiuso in poco più di un mese, con in tutto dieci udienze. La condanna conferma tutte le accuse principali. Dall'omicidio colposo per i 32 morti, alle lesioni fisiche e psicologiche causate a decine di passeggeri, all'abbandono della nave mentre c'erano ancora persone incapaci a bordo, al naufragio colposo, alle false comunicazioni date alle capitanerie.