Mercoledì 24 Aprile 2024

Schettino, pm chiedono 26 anni. "Pericolo fuga, vada in carcere". E lui: "Io non scappo"

La richiesta della procura per il capitano della nave da crociera, naufragata il 12 gennaio 2012 sull'isola del Giglio. L'accusa: "Schettino incauto idiota"

Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, durante il processo (Afp)

Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, durante il processo (Afp)

Grosseto, 26 gennaio 2015 - La procura di Grosseto ha chiesto una pena di 26 anni di reclusione e a tre mesi di arresto per Francesco Schettino, comandante della nave da crociera Costa Concordia, naufragata il 12 gennaio 2012 sull'isola del Giglio provocando la morte di 32 persone. Nel corso della requisitoria il pm Maria Navarro, ha anche chiesto l'arresto per evitare "il pericolo di fuga nelle more del processo", sottolineando che l'ex comandante ha molte relazioni all'estero, quindi potrebbe venire a disporre di un'abitazione fuori dall'Italia e decidere di scappare. Il pm ha precisato che, in alternativa, a Schettino sia comunque da ritirare il passaporto nonché il libretto di navigazione. "Non sembra che si sia reso conto, sembra che creda alle sue stesse bugie, starà davvero ad aspettare il carcere?", ha domandato il magistrato.

Schettino, per la prima dall'inizio del dibattimento, oggi era assente in aula. L'ex comandante della Concordia, unico imputato nel dibattimento in corso al teatro Moderno di Grosseto, deve rispondere dei reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l'autorità marittima. "Non scappo. Sono a disposizione dell'autorità giudiziaria, mi si dica quello che devo fare": è il commento diffuso tramite i suoi legali. 

LA REQUISITORIA - Le definizioni che si trovano in dottrina giuridica di "abile idiota" e "incauto ottimista" di colui che "si sente bravo e invece provoca una situazione di pericolo e un danno" e "che somma all'ottimismo la sopravvalutazione delle proprie capacità", "convivono benissimo in Schettino, quasi fosse bicefalo, tanto che per lui possiamo coniare il profilo dell'incauto idiota", ha detto questa mattina l'altro pm Stefano Pizza durante il terzo giorno di requisitoria. Pizza ha illustrato le inadempienze e le violazioni dell'ufficiale. Per l'accusa, quella sera, Schettino utilizzò carte inadeguate e arrivò in ritardo sulla plancia. La Concordia avrebbe dovuto navigare con un sistema di vedetta rinforzato nelle ore notturne, mentre la nave viaggiava a velocità eccessiva. "Dio abbia pietà di Schettino, perché noi non possiamo averne alcuna", ha concluso Piazza.

LA DIFESA - "Il rischio di fuga è inesistente", ha replicato il legale di Schettino, l'avvocato Donato Laino. "Come è possibile che si ripropongano le stesse cose? Le esigenze sono identiche - ha detto -. Il mio assistito venerdì scorso era qui" in udienza. "La verità non si accerta dando addosso a uno solo - ha proseguito Laino -. Il pm nella requisitoria ha giustificato in toto la condotta degli altri ufficiali prima, dopo e durante il naufragio, puntando il dito soltanto su Francesco Schettino. È una cosa che non esiste, il pm giustifica le altre persone". Il pm Maria Navarro aveva commentato i patteggiamenti dei co-indagati dicendo che "mentre Schettino è l'unico responsabile di un evento enorme causato da lui stesso e di tutti i fatti che si sono verificati", "gli altri imputati hanno partecipato a singoli attimi, a singoli momenti della vicenda".