Mi sembra inadeguato il modo di fare i conti con la Storia della nostra Repubblica, ricevendo in gran segreto la salma di Elena, regina d’Italia dal 1900 al 1946 (a cui papa Pio XI concesse la rosa d’oro della bontà nel 1937), dandone notizia a tumulazione avvenuta nel santuario di Vicoforte nel Cuneese. Pare che un semplice atto di giustizia storica pesi sulle nostre istituzioni, cercando di farlo passare in sordina.
Sembra che il gesto di ‘pietas’, che avrebbe ricevuto il plauso del Foscolo de ‘I Sepolcri’, preluda all’analogo ritorno, da Alessandria d’Egitto, del consorte, re Vittorio Emanuele III, che visse con Elena una delle unioni più felici di casa Savoia. Ma il luogo di sepoltura dei sovrani d’Italia non è a Vicoforte, nel cuneese, bensì a Roma, al Pantheon, dove già riposano Vittorio Emanuele II e Umberto I, nonno e padre di Vittorio Emanuele III e la regina Margherita, sua madre. È in quel tempio di Roma che i sovrani d’Italia vengono accolti, da quando l’Italia è una. È mera opportunità storica questa, che si sottrae a qualsiasi giudizio si dia sui personaggi accolti.
Nessuno si è mai sognato di esaminare quale diritto gli Asburgo avessero di entrare nella cripta dei Cappuccini di Vienna, dove dormono da sempre. Né i Romanov di riposare nella cattedrale di San Pietro e Paolo, a San Pietroburgo, dove si seppellivano gli zar. Né i Windsor d’Inghilterra a Westminster o nella cappella di San Giorgio. E’ la funzione svolta di capi di stato che li designa a quei luoghi, non il merito o il demerito. Chi si è mai sognato di sindacare l’operato di Francesco Giuseppe d’Austria o dello zar Alessandro III, o della regina Elisabetta I, prima di ammetterli alle tombe che loro competono? E venendo a quelle dei papi, chi si è mai permesso di discutere che posto meritassero in San Pietro Alessandro VI o Leone X o Clemente VII, i papi più simoniaci e nepotisti? Dormono nello stesso abbraccio i buoni e i cattivi. La morte non richiede esame d’entrata a quei luoghi. La Storia darà poi il suo giudizio. Per questo mi pare inadeguato il modo in cui tornano i nostri due sovrani. Si doveva almeno concedere la basilica di Superga, tomba dei sabaudi re di Sardegna, se non il Pantheon. La stessa giustizia storica non tarderà a richiedere anche il ritorno di Umberto II e di Maria Josè, successori di Elena e Vittorio Emanuele, anche loro designati dal loro ruolo al Pantheon.