Elogio della bruttezza pallonara

Quando il gioco si fa duro la Juventus ritrova l'energia

Qui Udine, tragicommedia. Fossi Del Neri fuggirei dal dolce Friuli per mete misteriose. La sua Udinese è passata in vantaggio, poi ha riagguantato un paio di volte la Signora scatenata. Poi l’arbitro ha fatto fuori Mandzukic. E lì si è montato la testa, ha creduto di poter vincere ma si è perduto procurando alla sua squadra un umiliante 6-2. Mentre Allegri non ritrova ancora la sua Juve ma la Signora della storia. Amici, la Juve è la Juve, è la squadra nel cui dna restano evidenti tracce di Trapattoni, Lippi, Capello e Conte, il tutto a disposizione di Allegri, che non è l’ultimo arrivato e nei momenti difficili, già sotto di un gol, poi in dieci, trova un gruppo di ragazzi con rabbia e energia da spendere contro l’Udinese più inutilmente bella della stagione: Buffon fa miracoli, Bizzarri no.

E adesso vorrei fare l’elogio della bruttezza. La bruttezza che piace a me. Quando la lotta si fa dura le finezze restano nelle penne dei poeti. Si bada al sodo. A cominciare dal Napoli di “Raffaello” Sarri, il miglior artista del reame, che porta a casa un punto prezioso avendo scelto di non perdere a pennellate il derby toscano con Spalletti. L’ha fatto lui, così fan tutti. Chi anticipando la bruttezza utile, come Di Francesco, mentre si fa beffe del Toro di Mihajlovic con un prezioso gol di Kolarov che tiene la Roma in zona Champions; chi per disperazione, dico del Benevento che una Fiorentina saggia affronta senza pietà. A questo punto, se fossi in un dibattito gli esteti mi suggerirebbero di mettere nel mazzo l’Inter, ma li smentirei, anzi, giuro che quella di Napoli è stata un’Inter gloriosa non solo per l’eroismo di Handanovic (pensate, l’ho visto crescere a Rimini, dieci anni fa) ma per la baldanza di Candreva, la ferrea classe di Skriniar (un difensore da Grande Inter), la modestia operosa di Icardi, e via così, in onore di Spalletti che ho battezzato Valore Aggiunto e ribadisco.

Sul fronte dell’inutile bruttezza la vince invece il Milan. Inguardabile. È tempo di referendum e i giocatori del Milan hanno votato per essere liberati da Montella. Hanno giocato per cacciarlo, fiacchi e confusi, privi di ogni ardore agonistico che non è certo il gesto di Bonucci. Esagero? Ho visto solo io la congiura anti mister? Così fosse, dovrei dire a Mirabelli che in maglia rossonera giocano più bufale che talenti. E allora quelli dovrebbe cacciare, non l’allenatore.