Mercoledì 24 Aprile 2024

Tra vecchio e nuovo

Non tutti i «venerdì neri» sono uguali. Da tempo i cittadini hanno dovuto sopportare – soprattutto nelle grandi città – scioperi ormai di routine (come se fossero una bolletta da pagare mensilmente) nel trasporto urbano, proclamati da sindacati di base per il conseguimento di obiettivi talmente generici da essere incomprensibili. Altre volte, in occasioni di importanti festività, vi sono state polemiche (spesso anche con l’intervento delle gerarchie ecclesiastiche) sull’opportunità di mantenere aperti i negozi, anche a costo di dover subire dichiarazioni di astensioni dal lavoro immaginarie, benché a promuoverle fosse la Cgil.

Il Black Friday di ieri – senza che nessuno se lo aspettasse – è diventato lo spartiacque tra un modo tradizionale (ma ancora diffuso) di intendere l’attività commerciale e uno innovativo accettato da tutti gli operatori del mercato (i quali rivendicano condizioni paritarie con Amazon). Non solo i grandi centri di vendita, ma anche i negozi hanno aderito all’iniziativa di Amazon di dare corso a una giornata di vendita a prezzi scontati, adottando dove possibile anche le nuove tecnologie per interloquire con la clientela interessata. Amazon, la multinazionale che ha rivoluzionato i sistemi di vendita e che assiste sull’intero pianeta 800 milioni di clienti, è stata costretta, però, a misurarsi con un arnese di vecchio conio come uno sciopero dei propri dipendenti. E, per fortuna, i protagonisti non sono – come accade all’Atac – i sindacati di base, ma le confederazioni storiche. Anche i sindacati, però, non possono trattare una grande multinazionale alla stregua della Rinascente. Una nuova organizzazione del lavoro pretende anche un modello di relazioni industriali che privilegi la contrattazione di prossimità.