Giovedì 18 Aprile 2024

A.a.a. cercansi donne leader. La parità resta un miraggio

Adesso ci penserà lei. Con le sue ministra-a, sindaca-a, presidenta- a, ci pensa Laura Boldrini a far vedere che a sinistra-sinistra la questione femminile è in cima ai pensieri. Laura Boldrini atterrerà dalle parti di Liberi e Uguali – pare – la settimana prossima, e riequilibrerà una quota rosa per il momento decisamente scarna. Stride infatti con il mainstream progressista quella foto scattata alla presentazione del nuovo soggetto politico a sinistra del Pd, con i tre azionisti di maggioranza (Speranza- Civati-Fratoianni) insieme a Pietro Grasso, tutti inequivocabilmente appartenenti al sesso forte. Per non dire della platea, dove gongolavano D’Alema, Bersani, Mussi, Enrico Rossi, Bassolino, e per trovare una donna bisognava accontentarsi di Luciana Castellina. Inevitabili le polemiche, scoppiate domenica scorsa in tv, quando l’ex procuratore è inciampato in una gaffe molto politicamente scorretta paragonando le donne alle foglioline del simbolo rosso. Di lì alle foglioline di fico il passo è stato breve. E SE c’è un «problema femminile » nella sinistra allora il segnale d’allarme è evidente. Anche perché stessa carenza si lamenta altrove. Pensiamo per esempio alla Lega. A qualcuno, Isoardi a parte, viene in mente un volto di signora da associare a Matteo Salvini? Per non sentirsi tacciato di maschilismo il segretario manda in tv la bolognese Lucia Borgonzoni e la sindaca di Cecina Susanna Ceccardi, ma parliamo di figure marginali rispetto alla vera stanza dei bottoni. La stessa Lega bossiana era più ricca di profili rosa, dalla Pivetti, a Rosi Mauro, alla direttrice dalla Padania Aurora Lussana. Non se la passano bene neppure i grillini che vantano donne in cariche importanti il cui ritorno di immagine non è però sempre positivo. Il sindaco di Roma Virginia Raggi è più una palla al piede che altro, quello di Torino Chiara Appendino quasi, la prossima candidata alle regionali del Lazio Roberta Lombardi è una figura discussa e sempre in lotta con la collega del Campidoglio. Tutto sommato male anche il Pd, a dispetto della narrazione renziana della parità (ricordiamo le capolista donne alle passate europee). I candidati allo scorso congresso erano tre uomini, i capigruppo anche, il partito sta per subire pesanti abbandoni di figure femminili di riferimento (Finocchiaro, Bindi) e l’unica donna nella war room renziana è Maria Elena Boschi, che però ha problemi di esposizione e dovrà essere candidata, sembra, a Ercolano. Paradossalmente se la passa meglio il centrodestra. Fratelli d’Italia ha addirittura un segretario donna, Giorgia Meloni. E Berlusconi? Meglio degli altri. Nonostante le ironie dei maligni, il Cavaliere ha da sempre riservato poltrone importanti alle signore e si è circondato di consigliere fidate che ascolta. Una su tutte Deborah Bergamini.