Mercoledì 24 Aprile 2024

Protesta necessaria

Roma, 12 dicembre 2017 - Con la salute non si scherza. È vero che lo sciopero dei camici bianchi creerà forti disagi, penalizzando i cittadini più deboli. Quelli che non hanno la possibilità di mettere mano al portafoglio per curarsi, ricorrendo alle strutture private. Ma è anche vero che se i medici incrociano le braccia, arrivando a una forma di protesta così eclatante, forse qualche ragione ce l’avranno. E, forse, questa volta potremmo anche essere solidali con una categoria che negli ultimi anni, nonostante tutti i tagli subìti dal sistema sanitario, ha tirato avanti strutture, laboratori e impianti spesso ai limiti delle loro capacità. Quando non del tutto obsoleti. Un fatto è certo: la serrata di oggi è sicuramente l’indice più preoccupante di un malessere che ormai da anni affligge la sanità italiana.

Spesso la pur necessaria lotta agli sprechi si è trasformata in una corsa a tagli lineari e poco selettivi, che hanno ridotto i servizi erogati solo nell’ottica di fare cassa e risanare i conti, senza migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza. Non siamo neanche riusciti a imporre il criterio dei costi standard, che almeno avrebbe evitato di pagare un farmaco a un prezzo in una regione e il triplo in un’altra. Uno degli effetti di questa strategia è, per i medici, il blocco delle assunzioni e, ancora più grave, quello del turn over, che ha impedito il ricambio generazionale. Un processo che in molti casi ha lasciato aperti vistosissimi vuoti di organico nei nostri ospedali, appesantendo e rendendo ancora più difficile la situazione dei camici bianchi, alle prese con una richiesta di assistenza che negli anni, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, è aumentata. E allora, nessuno se la prenda a male se questa volta siamo solidali verso una categoria che paralizza per un giorno un servizio pubblico essenziale così importante. Con la salute non si scherza. Ma neanche con chi ogni giorno combatte in prima linea per difenderla.