Primarie Francia, chi sarà l'anti Le Pen

Marine Le Pen (Afp)

Marine Le Pen (Afp)

Roma, 21 novembre 2016 - Le elezioni presidenziali francesi della primavera prossima scontano già un risultato certo: Marine Le Pen, leader del Front National, sarà in testa e andrà al ballottaggio del 7 maggio. Il resto consegue. Il centro destra francese, che fino a oggi aveva lasciato a socialisti e a ecologisti il monopolio delle primarie, si è adeguato. Il motivo è semplice: dividersi al primo turno con più pretendenti in campo potrebbe essere esiziale. Sulla carta si dovrebbe ripetere lo schema delle elezioni presidenziali del 2002, quando Chirac andò al ballottaggio con Jean Marie Le Pen. Ma i Repubblicani francesi non hanno più uno Chirac da mettere in campo. Tutti i pretendenti alla candidatura, dal redivivo, logoro e già escluso Sarkozy ai due ex presidenti del Consiglio, Alain Juppé, il favorito fino a pochi giorni fa, e François Fillon, protagonista di una rimonta che scompagina il quadro, non ne hanno il carisma.

Il vero nodo, quindi, non è chi sia più forte fra gli elettori dell’area, bensì chi abbia maggiori possibilità di prevalere al secondo turno con la Le Pen. Conta, da un lato, la capacità di sottrarre consensi al Front National e in questo Sarkozy era il più avvantaggiato e, dall’altro e direi soprattutto, divenire destinatari del voto socialista, come per Chirac nel 2002.  In questa impresa sulla carta sarebbe favorito Juppé ma anche il cattolico Fillon, che è in testa, ha buone chance. Comunque, i primi due candidati che andranno al ballottaggio domenica prossima godono fin d’ora di un forte slancio. 

Le primarie, sperimentate per la prima volta dal movimento post gollista, sono state un grande successo popolare con quattro milioni di elettori. È un risultato che supera di gran lunga quello delle primarie socialiste del 2011 che portarono alla candidatura di Hollande. Tuttavia, non è detto che, a primavera, lo schema classico di competizione elettorale si riproponga, con la contrapposizione destra/sinistra, come nel 2012, ovvero tutto giocato a destra. Il giovane ex ministro dell’Economia del governo Valls, Emmanuel Macron, si presenterà come candidato trasversale agli schieramenti, alla testa di un movimento, «En Marche!», che potrebbe sparigliare. È tutta da verificare la sua capacità di affermarsi come l’uomo del cambiamento. Ma di certo può rispondere alle aspettative dell’elettorato che rigetta le tradizionali formazioni politiche, soprattutto a sinistra, ove i socialisti sono in caduta libera.

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