Mercoledì 24 Aprile 2024

Pessimo padrone di casa

Roma, 29 maggio 2017 - Se qualcuno conosce un buon padre di famiglia, ce lo faccia sapere. Non un padre vero di una famiglia vera, ovvio. Per quelli non serve una caccia al tesoro. Noi lo cerchiamo nella gestione della cosa pubblica, in cui la diligenza del buon padre di famiglia, richiesta appunto dal codice civile, è una sorta di araba fenice. Senza voler generalizzare o fare sfascismo a tutti costi, non c’è dubbio che dove butti l’occhio trovi roba (grossa) che non va. Lo Stato padrone di casa, ad esempio, è una pena. Funziona molto meglio come inquilino, invece, visto che pur avendo un patrimonio sterminato di immobili, finisce per dissanguarsi sul mercato degli affitti. Per alloggiare se stesso! Demenziale. Certo, non tutti gli spazi sono adatti a fare tutto. Se ti servono uffici per un ministero a Roma, non puoi contare su una caserma vuota a Bari. Ma se fossero i ministeri ad essere un po’ più vuoti ed efficienti, basterebbe usare la proprie case. Senza battere cassa con i cittadini. Iva, manovre? Frugate nel catasto. È vero che la situazione migliora. È vero che molti edifici sono fatiscenti e che ristrutturare costa. Ma sborsare pigioni milionarie costa di più e non fa occupazione.

Lo Stato paga affitti per due miliardi ma ha 16mila immobili vuoti

Infine, un’occhiata a quei begli esempi di inettitudine immobiliare degli enti locali. Non solo per i meccanismi di cui si è parlato, ma per come agiscono verso i loro inquilini. Con gli alloggi popolari che cadono a pezzi, con milioni di metri quadri vuoti mentre le liste si allungano. Con le occupazioni che obbligano la gente a non uscire neppure per fare la spesa. Abusivismo? Morosità? Boh? Uno spreco e un dramma. Perché se lo Stato non è né buono, né padre, in mezzo alla strada restano le famiglie.