Nobel a Bob Dylan, non ci resta che gioire

Chissà come sarebbe stato contento Dario Fo

Nobel a Bob Dylan (LaPresse)

Nobel a Bob Dylan (LaPresse)

Roma, 13 ottobre 2016 - Chissà come sarebbe stato contento, Dario Fo, alla notizia che il premio Nobel per la letteratura fosse toccato, quest’anno, a Bob Dylan. Purtroppo, ci ha lasciati qualche ora prima dell’annuncio della scelta dei giudici di Stoccolma, e la tristezza per la sua scomparsa mitiga almeno in parte la soddisfazione del fatto che ogni tanto, lassù tra gli Iperborei, la sfida alle convenzioni sembra farsi gioco delle legittime aspettative. Perché se è vero che i più si aspettavano la scelta di uno dei tanti mostri sacri della letteratura di tutto il mondo, da Roth ad Adonis, da Murakami a Thiong’o, e chi più ne ha più ne metta, è altrettanto vero che la decisione così eccentrica da parte della giuria scandinava – ma bisogna ricordare che il nome del geniale menestrello americano era già circolata anni fa proprio tra i giurati svedesi – non solo ha reso felici milioni di persone, ma è stata apprezzata particolarmente da quanti, in Italia e soprattutto fuori d’Italia, avevano gioito 19 anni fa per la nomina al massimo alloro letterario del nostro Dario. Anche allora – come ce ne sarà sicuramente qualcuno oggi – alcuni storsero il naso per quella scelta, come a significare che i canoni indicavano altri talenti da insignire. Ma il genio – e la sregolatezza – di Fo alla fine convinsero tutti; così come convincente apparirà, a un esame più attento e ragionevole, il riconoscimento del fatto che il grande cantautore, il creatore di Blowin’ in the Wind, non era soltanto il portabandiera della protesta, ma il creatore di una forma poetica davvero universale. E allora non resta che gioire per una decisione felice, anche se contrastata, degli accademici del Nord (perché il premio è stato assegnato solo ieri, segno che c’erano stati contrasti fra loro sul ‘letterato’ da premiare), che ci ricorda anche un’altra scelta, quella di Dario Fo, che se n’è andato ieri mattina a novant’anni, glorioso di teatro, di Nobel e di una protesta sempre manifestata col sorriso sulle labbra e la serenità nel cuore.