L'occasione perduta: spegnere i riflettori

Proviamo a essere pratici. Terra terra. La nuova tempesta che si è abbattuta sul capo di Maria Elena Boschi, può nascere da tanti fattori. Concreti. Contingenti. La battaglia politica, in cui tutto o quasi diventa lecito. In questo caso quella delle opposizioni contro il Pd, e in particolare contro una esponente di spicco del partito di maggioranza. In materia si è visto di meglio, ma anche di molto peggio. Poi, una testimonianza, quella di Giuseppe Vegas, che conferma come la ministra abbia esposto al presidente Consob le sue preoccupazioni su Banca Etruria. E Consob, com’è più o meno noto, è un ente terzo che vigila sui mercati finanziari, che non dovrebbe essere tirato in ballo su queste vicende. Cosa che in effetti la Boschi non ha fatto.

Parlare non significa premere. Ma se vogliamo essere terra terra, se un ministro parla a un sindaco di una strada dissestata, magari capita che il giorno dopo quel sindaco si occupi di quella strada. O no? Non siamo insomma nel campo delle violazioni o delle bugie, ma in quello minato, e sterminato, della opportunità. Il che in politica vale ancora di più. La vice presidenza del papà in Etruria, ad esempio. Non sarà stato favorito, ma era meglio non ci fosse. Eccome.

Allora, per essere pratici, diciamo che la colpa di Maria Elena Boschi non è stata quella di interessarsi della Banca della sua città e non di altri istituti in crisi e privi di agganci familiari. È Natale: peccato veniale. La colpa principale non sta neppure nel «dubbio» se parlare equivalga a premere, o nel non mollare oggi: «Vogliono un alibi». No, la vera colpa politica della Boschi è di essere rimasta a Palazzo Chigi, con un ruolo strategico, rifiutando qualunque passo indietro.

Cosa che invece avrebbe dovuto fare (volente o nolente) al momento della nascita del governo Gentiloni: non per la sconfitta nel Suo referendum, non come ammissione di chissà quale colpa, ma solo per spegnere i riflettori su di sé, per togliere al partito e all’esecutivo un problema che si era posto, e che inevitabilmente sarebbe tornato in ballo. Come sta accadendo. Trasformando la bella golden share del Cerchio Magico, in una cambiale. Che gli altri non smetteranno di mettere in pagamento. Fino al 4 di marzo.