Venerdì 19 Aprile 2024

Da Maldini a Vale Rossi, da Ascari a Montano: vince l'Italia che tiene famiglia

DICEVA Leo Longanesi (e dal suo punto di vista si trattava di un rimprovero) che sulla bandiera italiana benissimo poteva figurare uno stemma con la scritta «Tengo famiglia», a giustificazione di vizi e difetti di una nazione, di un popolo. Per fortuna, invece, nello sport davvero «teniamo famiglia». In fondo la spettacolare Federica Brignone, sciatrice figlia di una madre, Ninna Quario, reginetta di Coppa del Mondo, ecco, in fondo Fede è solo l’ultimo esempio di dinastia agonistica. Ciccio Ascari, ultimo italiano iridato in Formula Uno, era l’erede di Antonio, eroe al volante sulle strade bianche di inizio Novecento. Valentino Rossi ha un papà, Graziano, che ai bei tempi in moto faceva a ruotate con Agostini. Nel calcio le storie epiche dei due Mazzola e dei due Maldini si sono sovrapposte gloriosamente. Nella scherma intere generazioni di Montano hanno contribuito ad arricchire il medagliere olimpico.

Nel Volley gli esperti giurano che prossimamente il figlio di Andrea Gardini, tre volte campione del mondo negli anni Novanta, diventerà il simbolo del movimento... Teniamo famiglia e in fondo è un bene, al di là dei meriti del Dna. Nel senso che il tessuto connettivo del nostro sport rimane fragile. La modernità non aiuta, il reclutamento pre adolescenziale si fa sempre più faticoso, una disciplina nobile come l’atletica sta ai minimi termini eccetera. In un Paese che invecchia, investire sulla innovazione è una esigenza che forse pochi colgono. Pensate alle promesse di campagna elettorale: non si ha notizia di progetti finalizzati alla promozione sana (e non clientelare) dell’agonismo. La politica parla di sport se Ventura va a Zanzibar e non ai mondiali o se c’è da litigare per una Olimpiade da (non) organizzare. Allora, teniamocela stretta la famiglia. Quella incarnata da Ninna Quario e Federica Brignone in particolare.