Martedì 23 Aprile 2024

Il miracolato

Luigi Di Maio partecipa al rito del ‘miracolo’ del sangue di San Gennaro e bacia l’ampolla. Ha ringraziato per la grazia ricevuta, per essere riuscito, nel Movimento dove «uno vale uno», a diventare «più uno degli altri»?

Beppe Grillo ha deciso che il vincitore delle primarie sarà anche il nuovo capo politico del Movimento. Una rivoluzione. Una rivoluzione dall’alto, perché quel capo politico è stato di fatto deciso dallo stesso Grillo, che ha appena pubblicato un regolamento Di Maio-compatibile. Il M5S è, dunque, in una fase di trasformazione. Ma è anche indicatore dello stato della politica italiana, della nemesi di una politica che dagli anni novanta si nutre di antipolitica. E che ha prodotto un nuovo ceto politico – a 360 gradi – che in molti casi nessuno di noi vorrebbe ad amministrare il proprio condominio. Questo giovanotto in prima fila alla cerimonia per il patrono di Napoli aspira a diventare presidente del Consiglio. E così, dopo un saluto alla ‘casta’ di Cernobbio, una tale posta non vale forse una messa e un furbetto inchino alla cultura popolare? Allo stato delle cose non è facile che Di Maio arrivi a Palazzo Chigi, ma non impossibile.

La politica italiana potrebbe produrre un Di Maio premier. Un giovane signore che dice che vuole rilanciare l’Italia. Ma perché dovrebbe essere in grado di farlo? Un curriculum pressoché inesistente – ancora più vacuo di quello di molti politici di quest’epoca di nuovismo senza qualità –, la messa a punto di un’immagine istituzionale con tocco pop e popolare (poteva mancare la fidanzata appariscente e più ‘anziana’?) e l’abilità nel muoversi in un Movimento dove non spiccano aquile sono ormai sufficienti per raggiungere i vertici del sistema politico. Passo dopo passo siamo arrivati a questo. Torneremo mai indietro?