Venerdì 19 Aprile 2024

Leader stonata

ADESSO manca solo il presidente della Corte Costituzionale. Poi tutte le istituzioni, Capo dello Stato escluso, sarebbero in campo. Progressista, ovviamente. In principio fu Grasso, numero uno del Senato e vice di Mattarella. Il Pd? Vade retro. Io ci sono. Da ieri è Laura Boldrini, al vertice della Camere. Con il Pd? Impossibile. Io c’ero, e ci resto. Risultato: l’arena della sinistra è al completo. Anzi, se consideriamo Tentenna-Pisapia, sono rimasti solo posti in piedi. Perché tutto si potrà dire della sinistra: che ha idee vecchie; che pur di far perdere Renzi fa vincere Berlusconi; che pur di far male al Pd si fa male da sola. Insomma, tutto si può dire meno che non abbia dei leader, o candidati leader.

Tanto per quantificare, diciamo che se messi tutti assieme, ma proprio tutti, compresi familiari, conoscenze occasionali, vicini di casa, arrivassero al 6 per cento di Fava in Sicilia, ci sarebbe un leader ogni 2 per cento. Senza contare ovviamente i leader ombra, o le ombre di leader, tipo Bersani, Speranza, Fratoianni e il leader Maximo D’Alema, da un paio di giorni l’Arafat del terzo millennio. Come all’Ikea: prendi il tuo leader e te lo monti a casa. Detto questo, e per tornare a ieri, la Boldrini in effetti non è una novità. Da parecchi mesi è uscita allo scoperto soprattutto sui temi a lei cari: donne, immigrazione, welfare. Ovviamente in chiave diversa, contrapposta a quella renziana. L’intervento e l’ovazione al meeting di Campo progressista, segnano però un passo in avanti. Sia per i tempi (la campagna elettorale è lanciata) sia per i contenuti forti: roba che assomiglia tremendamente a un messaggio di sinistra tradizionale. Musica stonata alle orecchie del segretario Dem. Anche di Veltroni, che ieri ha rilanciato un appello all’unità, tanto non costa niente. Ma forse pure dell’altro più quotato pretendente al trono della sinistra-sinistra: Grasso. Una partita tutta da giocare sulle vette inviolate del 6 per cento. Con un piede nelle istituzioni. Sicuro. E uno in campo. Progressista, ovviamente.