Venerdì 19 Aprile 2024

La tela del Cavaliere

A guardarli superficialmente, Berlusconi e Salvini sembrano i capponi di Renzo “che tanto s’ingegnavano a beccarsi”. Ma mentre i pollastri del Manzoni litigavano inconsapevoli della triste fine che li attendeva, a giudicare dai sondaggi altri protagonisti della politica sarebbero destinati a finire spennati. Perché allora i promessi sposi del centrodestra s’azzuffano? In realtà è soprattutto Salvini a beccare Berlusconi, ad accusarlo d’eresia su questa e quella proposta di legge o addirittura d’intelligenza col nemico, quando il Cavaliere scopre l’acqua calda dicendo che se dalle elezioni di marzo non uscisse una maggioranza, Gentiloni dovrebbe restare al governo per i mesi necessari a bandire la successiva campagna elettorale. Berlusconi incassa senza reagire, dice che Matteo è un bravo ragazzo, impulsivo ma alla fine ragionevole, come ha spiegato ad Angela Merkel spaventata come altri leader per una possibile presa di potere da parte del M5S.

E tira dritto sulla strada che si è imposto: un Padre della Patria ottuagenario che non alza la voce, ha smesso di polemizzare con i “comunisti” e vorrebbe portare tranquillamente per la quarta volta in 24 anni i moderati al governo. I motivi di inquietudine di Salvini un fondamento tuttavia lo hanno. Fino a qualche settimana fa, la Lega era più forte di Forza Italia e Salvini si era illuso di poter fare man bassa dei collegi vincenti. Chi conosce le campagne elettorali del Cavaliere tuttavia non si meraviglia del suo recupero e mette perfino nel conto che al momento di formare le liste a fine gennaio il suo vantaggio attuale di un paio di punti possa crescere.

Di qui una diversa ripartizione dei collegi, nei quali occorre far posto alla strategica “quarta gamba” centrista e forse dare qualcosa in più a una Meloni in crescita. Il secondo motivo d’inquietudine per Salvini è il dopo elezioni. Il centrodestra potrà avvicinarsi molto al 40 per cento dei voti, ma non è facile aggiungervi una combinazione di seggi che gli garantisca la maggioranza assoluta. Quando ho chiesto a Berlusconi perché non attacchi mai il Pd, la risposta è stata «perché è troppo debole per essere un mio competitore». In realtà il Cavaliere, con il presumibile assenso del Quirinale, vuole dare la sua disponibilità a una pausa istituzionale se la situazione fosse particolarmente intricata. L’Italia ha bisogno di una scossa e solo un governo forte può dargliela. Berlusconi e Salvini non aspettano altro. Ma se i numeri fossero bloccati, meglio spolverare i bicchieri che distruggere la cristalleria.