Juve-Lazio, SuperCiro non perdona

Juventus senza fame e rabbia. Serve un nuovo Bonucci

Ciro Immobile (Ansa)

Ciro Immobile (Ansa)

Doppio Ciro e per la Juve è notte fonda. Due gol di Immobile e un finale thrilling consegnano la Supercoppa alla Lazio dopo dieci sconfitte di fila contro i campioni. È un successo netto e senza appello quello della squadra di Inzaghi. La Signora degli scudetti si ridesta solo nei dieci minuti finali quando grazie a una punizione e a un rigore trasformato da Dybala aggancia il 2-2 ma la Lazio ha ancora la forza di agganciare la meritata vittoria con un rabbioso tap in di Murgia. Proprio sul primo traguardo della stagione inciampa la Juve dei sei scudetti, a conferma che questa sarà una stagione complicata per i campioni.

Juve-Lazio 2-3, i biancocelesti alzano la Supercoppa 2017

La Lazio domina la scena dopo un avvio tutto juventino e mette in luce tutti i limiti della squadra di Allegri, aggrappata al passato e al suo schema a cinque stelle ma incapace di replicare lo spirito guerriero e la brillantezza dei suoi giorni migliori. Timida, compassata e prevedibile la Juve, quanto solida ed equilibrata appare la Lazio, con Leiva e Basta autentici trascinatori del centrocampo e Immobile infallibile in zona gol, di testa e di piede. I sospetti e le apprensioni del precampionato trovano conferma alla prima partita che conta. Neppure l’idea di rispolverare la vecchia Juve, la squadra più vicina alla formula delle Cinque Stelle, mette al riparo Allegri dalla fame e dall’aggressivita’ della Lazio. Dopo un avvio sulle ali di Alex Sandro e Cuadrado , che fabbricano un quasi gol sventato da Strakosha, la squadra di Inzaghi diventa padrona del centrocampo stritolando la flebile resistenza di Khedira e Pjanic, che sembrano naufraghi persi in un mare magno. Senza la guida di Bonucci, Allegri si affida a una difesa bloccata, con Barzagli preferito a De Sciglio e una coppia centrale formata da Chiellini e Benatia. E nel trio dei rifinitori Cuadrado è preferito a Douglas Costa per proteggere meglio la retroguardia.

Dybala 7
Dybala 7

Ma il piano non funziona perchè alla Juve mancano la rabbia dei sei scudetti e il mestiere sopraffino di Bonucci, primo architetto del gioco. Quando la difesa recupera palla, la manovra è lenta e involuta e i giochi di prestigio di Dybala restano fini a se stessi. La squadra rimane lunga e scollata e Higuain è un moicano in mezzo a una selva di fameliche maglie azzurre.

Così dopo un quarto d’ora di predominio laziale la Juve si fa sorprendere con la difesa sbilanciata, costringendo Buffon ad atterrare Immobile che poi trasforma il rigore. È la prima crepa che si apre nel cuore di una Juve capace di rinascere solo con i cambi della ripresa quando entrano Douglas Costa e Bernardeschi. La due magie finali di Dybala non cambiano il responso del campo. La stagione di Allegri comincia con un’aspra salita e senza un sostituto testuale di Bonucci, magari proprio il laziale De Vrij , sarà difficile rivedere la squadra cannibale abituata a mordere gli scudetti.