Mercoledì 24 Aprile 2024

Il prezzo del rimorso

ANCORA una volta la cieca fiducia nella rete deve averci messo lo zampino. Altrimenti non capisco la ragione per cui un ragazzino di pochi anni debba rimetterci la vita per una banale otite. La gente che dà buoni consigli se non può dare cattivo esempio era un ritornello di Fabrizio de Andrè. I moderni stregoni sono un’altra cosa, specie se in gioco ci sono vite innocenti. Affidarsi alla medicina alternativa dinanzi a malattie che richiedono cure blande e collaudate è pura follia: nella scommessa della vita equivale a correre un rischio inutile e pericoloso. Il prezzo che quei genitori pagheranno nel rimorso sarà alto. Ancora più alto è quello del bambino che non vivrà la vita che, con un minimo di attenzione, si sarebbe meritato. Spero anche che i ciarlatani che hanno causato questo non posseggano alcuna professionalità. In caso contrario, ancora più grave diventerebbe la loro responsabilità, se per caso fossero medici destinati a salvare vite.  Sugli errori gravissimi dei protagonisti di una vicenda terribile aleggia però come un manto impalpabile la rete, dispensatrice di consigli per qualsiasi situazione. Anche quando sarebbe meglio affidarsi a mani non dico esperte, ma almeno premurose e attente come quelle che dovrebbero guidarci, con saggezza, nel cammino della vita. Chissà quanti papaveri e belladonna spunteranno nella rete come panacee di tutti i mali. Tutti, tranne la morte di un ragazzino che, con un comune ciclo di antibiotici, sarebbe ancora qui tra noi a sorridere.