Mercoledì 24 Aprile 2024

Il mondo rovesciato

C'è il mondo alla rovescia, sul palco di Davos. E un ospite d’onore: il presidente cinese Xi. L’uomo venuto da Pechino è il comunista che lancia l’anatema contro i tentativi di ostacolare il libero commercio. Sarebbe come riportare all’indietro l’orologio, dice Xi, vaticinando l’avvento di disastri eventuali se Trump farà il protezionista all’ennesima potenza. Paradossi nella storia. Mentre The Donald sta per insediarsi, il Congresso Usa studia la cosiddetta «border tax». Un balzello pesante che penalizza gli importatori e premia (come una sorta di maxi incentivo Irpeg) gli esportatori.

Le avvisaglie sono chiare. Lo dimostra il monito a Berlino lanciato dal presidente americano in pectore: «Ci sono troppe Mercedes negli Stati Uniti», ha detto alla Bild, minacciando una tassazione al 35% sulle auto tedesche in entrata. È l’anticipo di una battaglia. Il bersaglio vero della border tax sono Cina, Giappone, Vietnam e naturalmente Germania, i maggiori fornitori degli Usa. Ma la barriera doganale non può colpire - lo impedisce la legge vigente - soltanto loro. Così sotto tiro finiscono anche i Paesi meno protetti, come l’Italia: che ne sarà del nostro export negli Usa di parmigiano reggiano, per dirne una?

Lo schema provocherà reazioni uguali e contrarie nel mercato globalizzato, con conseguenze immediate: consumi depressi e crollo delle Borse. Trump il protezionista ha un problema: deve trasformare un’economia gravata da 500 miliardi di disavanzo in un’economia che vanti un avanzo. Ma il rimedio rischia di essere un boomerang, visto che tutte le grandi multinazionali Usa si riforniscono all’estero. Donald però tira dritto.

I cinesi sono rassegnati all’avvento della border tax, ma pronti a combatterla. Contano sulle alleanze dei Paesi più sviluppati, che hanno i loro stessi interessi nel mercato open. E sull’aiuto delle lobby Usa. Del resto la Cina non ha avuto remore in passato nel violare le clausole del Wto, per propria convenienza. Eppure Xi fa passerella a Davos, nel nome della globalizzazione. Lui che rappresenta il Paese campione del protezionismo, che ci ha invaso con le proprio merci bloccando l’entrata delle nostre. Il muro contro muro farà vittime in tutti gli schieramenti:le prime a cadere saranno le economie più deboli. Noi fra quelle.