Fetido clima populista

Roma, 28 luglio 2017 - Il corpo a corpo scatenato in Senato e l’annesso lancio di banconote verso i banchi del governo mentre era in discussione il decreto sui salvataggi bancari è solo l’ultimo (per ora) gradino di un’escalation di violenza protestataria, di risse e aggressioni fisiche e verbali inscenate dai grillini – ma non solo da loro – nelle aule parlamentari. Precedenti di grave intolleranza si erano visti anche nel passato e in altre democrazie. Chi non ricorda, al tempo di mani pulite, i cappi coi nodi scorsoi agitati dalla Lega in parlamento o le monetine scagliate da comunisti e fascisti contro Craxi? O, appena ieri, le urla contro il decreto sui vaccini? Contestazioni sgangherate e veementi sempre accompagnate da accuse indecenti, da sospetti infamanti, da connessioni assurde come quelle tra il padre della Boschi e la riforma elettorale, tra il padre di Renzi e le leggi di bilancio. Questo clima fetido, fermentato in anni difficili di crisi e impoverimento, alimentato da politici in tutto dilettanti salvo nella calunnia, l’hanno propiziato gli errori capitali dei partiti tradizionali e l’ha propalato un’informazione che continua a scherzare con il fuoco della polemica anti liberale e anti parlamentare. In nessun altro paese la contestazione dei privilegi veri e presunti della ‘casta’ politica è così virulenta. In nessun altro paese occidentale la politica democratica è così debole di fronte alle caste vere, alle burocrazie, alle giungle sindacali, alle magistrature che contraddicendosi l’un l’altra su tutto intervengono e tutto paralizzano. Anche il Pd si è piegato alla canea populista e derogando dalla Costituzione ha soppresso i diritti pensionistici degli ex parlamentari. Il solo a non piegarsi alla demagogia è stato l’ottantenne Berlusconi, estromesso dal Senato e operato al cuore.