Martedì 23 Aprile 2024

Il rischio della paralisi

POI ci si interroga sul futuro dei giornali. Via, se non ci fossero i media, come farebbero i cittadini a sapere se sono indagati da un procura, soprattutto da quella di Milano? Se è capitato a un premier (Berlusconi), può succedere anche a un sindaco (Sala). Ovvio.

L’imputato Sala, però, si amareggia, e in fondo non ha tutti i torti, visto che certe informazioni giudiziarie è difficile che escano da un verduriere. Più facile che vengano dalle Procure stesse. Dettagli.

Sta di fatto, che se Roma piange, Milano non ride. Una sindaca in odore di processo, e un sindaco con un paio di imputazioni pesanti sul groppone, anche se risalgono al suo ruolo di ad dell’Expo. Prima una accusa di falso, e adesso una più «ecologica» di turbativa d’asta, per la bellezza di 6.000 alberi. E se al Campidoglio non ci si dimette, stessa cosa succede a Palazzo Marino, dove l’inchiesta è ancora all’inizio.

Con una riflessione di ordine generale, comunque, che unisce le due capitali d’Italia.

Primo. Se sono stati commessi reati, vanno puniti. Sicuro. Ma, con i ritardi accumulati; con i primi stop giudiziari, il fatto che l’Expo si sia fatta, pure bene, e che abbia avuto successo oltre le previsioni, beh, è un piccolo miracolo. Che non giustifica gli errori, ma neppure un possibile accanimento delle toghe.

Con la constatazione che ad ogni grande opera, o grande evento, in Italia corrisponde un grande affare criminale, o un grande polverone giudiziario. Risultato: chi ha la possibilità di fare qualcosa, si guarda bene dal farlo. Come la Raggi. Olimpiadi? No, grazie. Una gara a ostacoli troppo difficile per lei.