Forbici meravigliose

L’uomo è capace di prodigi. Questa è la prima meraviglia davanti a quanto si sta tentando con la cura delle malattie attraverso la ‘modifica’ del DNA. Come i nostri antenati dinanzi a certe invenzioni o a certe prestazioni nuove dei loro simili, anche noi dobbiamo innanzitutto permanere - prima di ogni discussione - in questo atteggiamento di meraviglia. Gli esperti del campo potranno spiegare meglio implicazioni e conseguenze. Noi comuni mortali che abbiamo ancora un cuore vivo (e perciò capace di poesia) innanzitutto gustiamo la meraviglia. Innanzitutto pensando che tale tecnica sperimentale è stata impiegata per alleviare le sofferenze di un uomo, per rendergli migliore la vita. Quindi forza Brian, speriamo che vada tutto ok, e che questa invenzione che ha il nome un po’ da cartone animato di ‘forbici molecolari’ ovvero ‘nucleasi delle dita di zinco’ funzioni per te e per gli altri 10mila che hanno quella diavoleria chiamata sindrome di Hunter. Gli ospedali un tempo erano i luoghi più belli delle nostre città e queste bellezze sono ancora visibili – come San Paolo a Venezia o la Ca’Granda a Milano – perché curare gli uomini era, insieme a lodare Dio, il vertice della nostra civiltà. L’uomo benché malato ha un valore assoluto e va onorato. Ora le cose appaiono un po’ diverse, ma quell’indicazione resta potente per valutare il senso di certi prodigi tecnico-scientifici: sono e devono essere onore per la persona e non violenza su di essa. Come per gli uomini antichi la meraviglia è sorella del timore. È dunque sempre necessario sperare, mentre si fa il tifo per Brian e gli altri, che tali tecniche delicate siano usate da uomini che amino le persone più di ogni ideologia, e che sappiano che nessuna possibilità tecnica ha valore o liceità assoluta. Le forbici molecolari possono fare molto bene o molto male. La storia insegna. La meraviglia è cosa da uomini non da babbei.