Mercoledì 24 Aprile 2024

Non siamo Gomorra

Di Maio non si fida. E fa bene. Perché in Sicilia, per chi non lo sapesse, c’è la mafia. Oddio, anche in Lombardia, in Emilia, in Toscana, in Valle d’Aosta... Solo che picciotti e padrini si camuffano: non portano la coppola. Di Maio non si fida. Ci sono persone non al di sopra di ogni sospetto nelle liste siciliane. Possibile. Oddio, forse ce ne saranno anche in Abruzzo, Lazio, Liguria…. In Sicilia però di più, molto di più. Soprattutto da quando i 5 Stelle hanno capito che sarà molto difficile che la grande isola possa diventare (politicamente) cosa loro. Insomma, sentono puzza di bruciato per il rinnovo del governo regionale. Per questo Di Maio vuole gli osservatori europei, l’unico organismo dell’Europa di cui evidentemente si fida. Inutile dire che la richiesta suscita molte perplessità. Due in particolare. Primo, in questa lunga, estenuante campagna elettorale, è normale che se ne sentano di tutti i colori: fa parte del gioco. Il problema è che il candidato premier dei grillini ha l’aria di credere in quello che dice, di pensare che effettivamente ci vogliano occhi internazionali come in Afghanistan per garantire la regolarità del voto. Il che non è solo grave, ma patologico. Secondo, anche se ci crede, forse è il caso di dosare parole e richieste. Perché se no finisce, come già è finito, che a forza di additare tutti come ladri, la gente pensa di vivere in un Bronx fatto di corrotti, camorristi e incapaci. Roba in parte vera, ma in gran parte falsa. Perché guai a non denunciare il crimine organizzato e le sue collusioni con la politica. Ma se esportiamo solo l’immagine di Gomorra, o dei caschi blu ai seggi, certifichiamo al mondo che il vero made in Italy è la malavita. Un po’ vero, e in gran parte falso. Insomma, Di Maio fa bene a non fidarsi. Sapendo che anche molti di noi non si fidano. Soprattutto di lui.