Mercoledì 24 Aprile 2024

Coalizione più lontana

Roma, 25 luglio 2017 - Passati i furori della grande crisi si torna alle vecchie logiche politiche. Il Movimento di Grillo è ormai stanco, esaurito dal combinato disposto della protesta fine a se stessa e del mancato buon governo, quando si è presentata l’occasione. Ora sconta l’isolamento da non contaminazione. Perché, alleandosi, ci si contamina con le posizioni e le idee di altri, ma si corre per vincere. Da soli si perde. M5S conserva una speranza residua: che il risultato elettorale renda ingestibile qualsiasi soluzione politica. È la logica del tanto peggio tanto meglio che proprio non ci auguriamo.

Gli altri si guardano attorno nella propria area. Con un vantaggio per il centrodestra perché, nonostante i conflitti e i diverbi, lo spirito di coalizione sembra prevalere e perché Berlusconi sa giocare d’anticipo. Il fenomeno del ritorno nelle file di Forza Italia dei tanti figliol prodighi, riabbracciati (quasi tutti) dal padre benevolo, aiuta Berlusconi nello sforzo di accreditarsi come vincente. L’ex Cavaliere sembra riprodurre il miracolo di diciotto anni fa, quando tutti lo davano per spacciato e invece, grazie agli errori di D’Alema (sempre lui!) iniziò la grande rimonta. Le condizioni non sono più quelle di allora, perché Berlusconi non può tornare a fare il candidato premier. Ma con lui in campo le capacità di traenza di Forza Italia vanno ben al di là del 12/13% accreditato oggi. Possiamo ipotizzare una coalizione di centrodestra che veleggia verso il 40%.

È più in affanno il centrosinistra che soffre di due handicap. Intanto, il Pd è il partito di governo e quindi ne incassa i vantaggi, ma anche, soprattutto, gli svantaggi elettorali. Poi le ferite da scissione sono recenti e sempre aperte. O si rimarginano in fretta o la coalizione di centrosinistra non ha chance.

sandrorogari @ alice.it