Venerdì 19 Aprile 2024

Clinton-Trump, duello d'America

New York, 27 settembre 2016.  Non ci sono dubbi. Concordano anche gli osservatori conservatori. Hillary Clinton ha vinto ai punti il primo confronto con Donald Trump all’Hofstra University alle porte di New York. E’ apparsa più “presidential”, preparata e con idee precise. Forse con i suoi toni volutamente pacati non ha scaldato i cuori dei giovani “millenials” sui quali puntava molto, ma ha presentato un piano per “un’America inclusiva che vuole guarda avanti”. Trump ha iniziato molto sicuro nella prima mezz’ora e anche lui è sembrato misurato e presidential. Ha ripetuto con bravura i suoi punti chiave dalla riduzione delle tasse alla sicurezza, dove deve prevalere “legge e ordine” ha attaccato con efficacia Hillary sui trattati commerciali e sulle email cancellate, ha sparato sulla politica di Washington che lei rappresenta da 30 anni e che non canbia mai. Ma nell’ultima ora è come se avesse finito la benzina e la memoria e si è disunito scompostamente. Si è perso spesso in risposte colorite ma disarticolate in stile “trumpiano” saltando da un argomento all’altro senza logica anche se dialetticamente inarrestabile e provocante.

Alla fine ha finito per ritrovarsi sulla difensiva per non avere ancora presentato la sua denuncia dei redditi (che la maggioranza degli americani vuole conoscere)e per non aver pagato centinaia di fornitori e contractor che hanno lavorato per lui messi sul lastrico dalle sue 4 bancarotte. La Clinton lo ha martellato anche sulle donne ripetendo gli insulti che lui aveva rivolto loro durante le primarie, soprattutto alle donne latine. Trump è rimasto con le spalle al muro anche quando gli è stato chiesto perché ha avviato una campagna durata 5 anni per sostenere che Obama non era nato negli Stati Uniti per poi ammettere il contrario solo qualche settimana fa. Un fastidiso rumore di naso infine che rimbombava nel microfono unito alle continue interruzioni dell’avversaria e del moderatore (22 in tutto) non lo hanno sicuramente aiutato a vincere la partita in stile e in sostanza.

Non è comunque chiaro, anche se Hillary risulta vittoriosa, quanti voti sia effettivamente riuscita a spostare o conquistare con la sua performance e quanti elettori indecisi abbia conquistato Trump soprattutto nella prima parte del dibattito quando si è presentato come “uomo del cambiamento” anche se definisce il climate change “un invenzione dei cinesi”. Dopo una sorridente stretta di mano all’inizio e alla fine i due avversari ed ex amici, che si sono sempre chiamati “Donald” e “Hillary” durante il confronto, hanno offerto due modelli di America diversissimi. Trump vuole tagliare le tasse alle corporation fino al 15% per creare nuovi posti di lavoro e Hillary le vuole aumentare fino al 65% ai miliardari in dollari per pagare il college agli studenti che non possono permetterselo e portare a 15 dollari la paga oraria con identici salari per uomini e donne nelle stesse posizioni.

“Dovete apprezzare che non sono entrato nel personale e non ho attaccato sugli scandali di Bill dalla Lewisnky alle altre- ha detto Trump a fine dibattito -Ma l’ho fatto per rispetto a Chelsea che era in sala…”. Non è escluso però, che al prossimo appuntamento il 9 ottobre in Missouri, o all’ultimo il 19 ottobre a Las Vegas, questa possa diventare la zampata a sorpresa del leone. I sondaggi del post dibattito fatti a caldo dalla CNN danno Hillary al 62% e Trump al 37% ma quelli sul voto di novembre continuano a vederli perfettamente appaiati.Trump all’ultimo momento ha cercato di giocare anche la carta della salute:”Hillary non ha la tempra e l’energia per fare il presidente….Io invece ho il carattere giusto..” Immediata la replica:”Prima di parlare-  gli risponde la Clinton - Donald deve dimostrare di potere visitare 112 paesi come ho fatto io come segretario di stato negoziando tregue, cessate il fuoco e liberazione di prigionieri, oppure sostenenedo per 11 ore consecutive un’audizione in Congresso…Facendo queste affermazioni lui insulta solo le donne…”

Entrambi non potevano presentare ricette più lontane tra loro. “Voglio meno vincoli alle imprese e una grande deregulation con meno burocrazia…”dice il Tycoon. “L’America non è una realtà del terzo mondo come lui la descrive-spiega Hillary- Ma il più grande paese che sa correggere e migliorare sempre le sue posizioni ed è più forte quando le scelte sono bipartisan…” Martellante sui posti lavoro che gli Stati Uniti hanno perso a favore del Messico o della Cina, Trump ha insistito molto sulla cancellazione dei trattati commerciali “sfavorevoli” che gli americani hanno sottoscritto anche durante la presidenza di Bill Clinton, ma la sua proposta per creare 25 milioni di nuovi occupati se verrà eletto, e recuperare quelli che sono andati oltre confine, non è mai arrivata nonostante le ripetute richieste del moderatore.

Il dibattito dell’Hofstra comunque è alle spalle.I due aerei dei candidati sono già atterrati  in Florida dove Trump è convinto di vincere e in Nord carolina dove Hillary si presenta favorita di misura. C’è però il rischio che il prossimo confronto del 9 ottobre venga disertato da Trump non comodo nel formato della “Town hall” dove sarà soprattutto il pubblico a fare le domande. “ Sappiate che io ci sarò-fa sapere Hillary a bordo dell’aereo- e sarò ancora più dettagliata nel mio programma per l’economia i giovani e l’ambiente”