Martedì 16 Aprile 2024

Ti odierò per sempre

PROMETTO di odiarti finché morte non ci separi. Il marito di Marillon Cotillard, esasperato dai post che insultavano la moglie per il presunto affair con Brad Pitt che avrebbe portato al clamoroso divorzio da Angelina Jolie, è solo l’ultimo esempio dei tanti Sebastiani trafitti dai tweet. Prima di lui si erano lamentati Madonna e Fiorello, e molti altri vip che si erano scoperti indifesi davanti ai lanci di pomodori da parte di una platea invisibile. Li chiamano ‘haters’, in italiano suonerebbe odiatori ma non è altrettanto efficace. Si tratta di quella massa oscura, malevola e rancorosa, che sguazza nella melma del web per insultare, offendere, molestare chiunque capiti a tiro, preferibilmente famoso. È l’anima nera della rete, the dark side of the moon, internet è una gran cosa ma comporta parecchi danni collaterali. Secondo molte ricerche, gli obiettivi più sensibili sono le donne, gli omosessuali, gli ebrei, e poi via via i personaggi famosi. Perché gli haters godono di un’impunità assoluta. Noel Godin, specializzato in lancio di torte in faccia ai politici, doveva comunque affrontare la reazione degli interessati – e soprattutto delle guardie del corpo. Chi fischia a un comizio mette in conto anche di prendere qualche carezza poco amichevole. Chi irrompe sul palco di Sanremo capita che finisca in cella.

CHI invece scarica secchiate maleodoranti sulla gente che passa sotto al proprio terrazzino web non rischia nulla. L’impunità programmata scatena la voluttà dello sfregio verbale. L’offesa al personaggio famoso suscita l’illusione di essere un suo pari, soprattutto se il malcapitato ha la sciagurata idea di replicare. Come ai bambini molesti è meglio non prestare attenzione, così alle jene del web dovrebbe essere riservato solo uno sdegnoso silenzio, ma non è sempre facile. Il problema è che negli anni la rete è diventata un far west dove non c’è neanche un Pat Garrett che possa estrarre la Colt dalla fondina. E, quando qualcuno ci prova, si grida all’attentato alle libertà costituzionali. Internet è un’immensa prateria dove vige la legge del più maleducato, mandrie di zotici arroganti galoppano per la steppa fiutando le prede da calpestare. È ora di far entrare in scena Buffalo Bill.