Mercoledì 24 Aprile 2024

I due forni di Silvio

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

"Caro presidente, lei ha aperto due forni come Andreotti. Lui poteva comperare il pane da Craxi o da Berlinguer, lei potrà scegliere tra la ‘michetta ‘ milanese di Salvini e il ‘pane sciocco’ fiorentino di Renzi....". Berlusconi sorrise socchiudendo gli occhi, come gli capita quando rimugina qualche malignità che (eccezionalmente) non gli scappa di bocca. Ma era visibilmente compiaciuto. Quante volte è morto e resuscitato? Chi gli avrebbe mai detto di essere ancora al centro dei giochi a 81 anni e dopo aver curato i servizi sociali per una condanna che lo ha allontanato in modo drammatico dal Parlamento? A luglio i salotti romani si animano per le cene di commiato per l’estate. Mi è capitato di incontrarvi un paio di volte nell’ultima settimana Berlusconi, in genere alieno da mondanità ma costrettovi dai rapporti di amicizia con i padroni di casa. Era in gran forma, dimagrito, di ottimo umore, felice di divertirsi e di divertire, festeggiato come non accadeva dai tempi d’oro. Insomma, un topo nel formaggio.

Quando gli parlano di Renzi e dell’ipotesi di fare un governo con lui, Berlusconi si limita ad ascoltare. Se parla, illustra il programma di centrodestra: Flat tax a un livello più alto del 15 per cento proposto da Salvini, aumento delle pensioni minime, sostegno significativo alle persone in difficoltà, doppia moneta per recuperarne il governo senza uscire dall’euro. Su questi temi imposterà da settembre la sua campagna elettorale, con un uso attentamente programmato di televisioni, giornali e soprattutto social network. Il sistema proporzionale gli assicura un bel numero di seggi e lui fino alla vigilia delle elezioni terrà tutti sulla corda, anche se non è un mistero il suo desiderio di un radicale rinnovo dei gruppi parlamentari. La creazione di un robusto gruppo centrista, aperto dall’ormai ex ministro Enrico Costa, ha il doppio scopo di evitare un ingresso massiccio in Forza Italia dei transfughi di un tempo e di rappresentare al momento opportuno un pacchetto di seggi sussidiari utili per qualunque esigenza. Il Cavaliere prepara insomma quella che lui chiama ‘rivoluzione’, convinto di riuscire in qualche modo a portarla a casa. Conoscendo la forza delle sue campagne elettorali, anche senza la spinta di una candidatura, avvicinarsi al venti per cento potrebbe essere un obiettivo non utopistico per Forza Italia. Di certo c’è che la nuova situazione al Senato consentirà a Berlusconi di affondare le leggi sgradite al centrodestra (a cominciare dallo ius soli) e di non essere escluso da accordi sulla nuova legge elettorale.