Mercoledì 24 Aprile 2024

Attentato di Manchester, siamo in guerra

Attentato Manchester, le ultime notizie

Per chi se lo fosse dimenticato, siamo in guerra. Per chi se lo fosse dimenticato, non l'abbiamo dichiarata noi. Per chi se lo fosse dimenticato, poco cambia se il nemico ha il nostro passaporto o quello di un paese arabo. Che l'accoltellatore della stazione di Milano sia "italiano" , o dovunque sia nato lo stragista di Manchester, fortunatamente dilaniato dalla sua bomba vigliacca, poco importa, perché già sappiamo che è in gran parte fallito ogni modello di integrazione, e che sta drammaticamente fallendo quello della accoglienza diffusa. Perché centinaia di migliaia di disperati che sbarcano ogni anno nei nostri paesi per per cercare una vita migliore, trovano invece spesso condizioni ancora più disgraziate. Il che rende inevitabile che qualcuno vada ad ingrossare le fila degli estremisti, cani sciolti o cellule che siano, rami della mala pianta di una guerra che non sarà di religione (dicono) , ma che emana sempre e comunque da una sola religione.

Attentato Manchester, le ultime notizie

Un'altra verità ci conferma la strage di Manchester: che non ci sono obiettivi "sensibili". Anzi. Più sono sensibili, più gli assassini ne cercano altri indifesi. Perché attentare alla vita della Regina, quando basta farsi esplodere all'uscita da un concerto in mezzo a una folla di ragazzi, per lanciare un ben più inquietante segnale di morte? Guerra, appunto. Sappiamo tutto, insomma. Spesso sappiamo anche chi sono. Non a caso individuiamo subito i killer anche dai loro corpi ridotti a brandelli. Peccato che non abbiamo ancora deciso e agito come si deve fare appunto in una guerra. Quando non servono le chiacchiere, gli incontri al vertice, le preghiere. Serve la stessa forza e lo stesso cinismo del nemico. Nei suoi covi lontani, come in quelle vicini, dietro casa. Non è detto che questo basti a vincere la guerra. Ma è certo che se non indossiamo elmetto e mimetica, siamo destinati a perderla