Ora basta buonismo

SONO STANCO di leggere di eroi alla memoria: normali cittadini che, nella disarmata spensieratezza di una vacanza, si ritrovano a fronteggiare mostri vili e assassini. Preferirei leggere di antieroi assicurati alla giustizia. Il mio non è un ragionamento bacchettone o estremista, è una semplice disamina di un cittadino ordinario che si ritrova improvvisamente in guerra. Gli inquirenti sapevano da tempo che il quartiere belga di Sint-Jaans-Molenbeek a Bruxelles fosse un nido d’integralismo violento. Per intervenire ci sono però volute decine di vittime innocenti e attentati sanguinari. Il fatto che alcuni dei criminali di Barcellona siano ventenni e che provengano da Ripoll, un paese dei Pirenei con undicimila abitanti di cui cinquecento di religione musulmana, dovrebbe indurci a pensare. Davvero nessuno sapeva nulla dei piani sovversivi e suicidi di quei ragazzi? Davvero nessuno ha fatto fermentare le menti assetate dei giovani con il seme dell’odio razziale? Perché è inutile che continuiamo a nasconderci dietro un velo di buonismo emancipato: d’odio razziale si tratta. Ora ritengo sia giusto correre ai ripari e sradicare ogni connivenza con la fermezza che una situazione d’emergenza richiede.

Chiarire a priori regole e comportamenti non è un atto assolutista, ma la sola via conosciuta per traguardare buoni livelli di civiltà. L’identità dei popoli non è una brutta parola, ma un motivo d’orgoglio. Chiunque si senta stretto nei parametri imposti, è legittimato a cercare altrove il proprio Eden. Con questo non intendo demonizzare osservanze o religioni, voglio solo che sia riconosciuto a tutti – qualunque sia il Dio del loro credo – il diritto di vivere liberamente senza fanatici estremismi e senza che nessuno, a colpi di mitra o di parafango, continui a fabbricare eroi alla memoria colpevoli di avere le nostre stesse ordinarie aspirazioni.