Assunti in 24 ore

Sono andato in California per aggiornami, spiega un Matteo Renzi momentanemante disoccupato. Berkeley e dintorni sono il futuro. Ma forse è arrivato in ritardo. Le università e i centri di ricerca americani non sono più al primo posto per i giovani. Gli studenti cinesi preferiscono andare in Germania, sono già oltre 26mila, il gruppo più numeroso tra gli stranieri. 

Forse in California si è più avanti, ma per chi non vuole vincere il Nobel ma assicurarsi un buon futuro, il metodo tedesco è più adatto. Il contatto tra atenei e industria è stretto, e la prova è che molti giovani cinesi, e anche giapponesi, e indiani, al termine degli studi rimane a lavorare in Germania. Per un ragazzo italiano che voglia studiare all’estero, in fondo, Monaco o Stoccarda, sono alle porte di casa. Ormai non si può parlare di emigrazione. Con un volo low cost si può tornare a casa senza problemi un paio di volte al mese. Si punta all’eccellenza, ma senza dimenticare gli altri, con sano pragmatismo. In Germania non vale, o non sempre, la regola americana del massimo profitto, costi quel che costi. Fin dal ginnasio i giovani sono messi in contatto con il mondo, del lavoro, cioè con la realtà. Il cosidetto sistema duale, studio e lavoro, funziona, ed evita che si perdano anni in studi per cui non si è portati. E allo stesso tempo si conosce il mestiere e la professione che sognamo, ma che è ben diverso o meno piacevole di quel che crediamo.

Il diritto alla cultura, non equivale alla certezza di trovare lavoro. Chi studia filosofia, ad esempio, viene invogliato, o quasi costretto, a svolgere per almeno un semestre corsi di economia o di comunicazione. I filosofi riescono bene in quasi qualsiasi attività, purché non conoscano solo Kant. Di architetti c’è abbondanza, ma mancano al momento 10mila ingegneri meccanici: si viene assunti in 24 ore, e basta l´inglese. Non ci sono mai stati così pochi disoccupati in Germania da quando è caduto il “muro” (2,4 milioni, meno della metà rispetto a dieci anni fa), ma i posti vacanti sono 665mila.  La selezione avviene già nei primi anni delle medie. E si viene dirottati nelle scuole professionali. Non tutti andranno all’Università ma ciò non viene visto come un fallimento: meglio un ottimo tecnico che un mediocre e scontento laureato.