Martedì 23 Aprile 2024

Usa, Michelle e Sanders tirano la volata a Hillary Clinton

Convention democratica a Filadelfia. La first lady e il senatore del Vermont uniscono il partito

L'intervento di Michelle Obama alla convetion democratica (Afp)

L'intervento di Michelle Obama alla convetion democratica (Afp)

dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI

Filadelfia (Pennsylvania), 26 luglio 2016 - Michelle Obama elegante e solenne nel suo abito blu e con scarpe argentate, passionale e intensa, è stata la dominatrice morale della prima notte democratica. Bernie Sanders col suo esercito di 1.827 delegati urlanti e incontenibili il mattatore politico di una convention che sembrava destinata a partire in modo difficile rancoroso, con molte proteste e per niente unitario. La "decapitazione brutale" del presidente del partito democratrico Debbie Waserman Shultz però letteralmente cancellata dopo le sue forzate dimissioni ha aiuato non poco e alla fine è riapparso un senso di unità in tutto il partito che divenetrà fondamentale per contrastare su ogni fronte Donald Trump a novembre.

Michelle Obama ha parlato da first lady soddisfatta e orgogliosa, dopo tanti oratori ispanici e di colore che presentavano un’America diversa e molto più interdipendente di quella dei repubblicani. "Il nostro paese è il più bello del mondo - ha detto Michelle -. Ho due stupende ragazze di colore che per sette anni e mezzo si sono svegliate in una Casa Bianca costruita dagli schiavi e oggi il loro padre è il presidente degli Stati Uniti. Insieme e con Hillary Clinton lo renderemo ancora migliore, mi fido di lei e sono con lei. Sono qui perché so il tipo di presidente che sarà. Ma in queste elezioni così come nel 2008 e nel 2012 dobbiamo bussare ad ogni porta e conquitare ogni voto".

Il grande catino del Wells Fargo Certer esplode in un boato. La gente è tutta in piedi per una interminabile standing ovation e alza lunghe stecche viola con scritto Michelle. Anche Barack la segue da Washington e dichiara: "Il suo è stato un discorso incredibile. Non potrei essere più orgoglioso, il nostro paese è fortunato ad averla come first lady".

Le parole di Michelle danno la svolta alla serata. Si avverte un ritrovato senso di unità. I supporter di Sanders alzano anche loro i cartelli, applaudono e grinano "Michelle Michelle Michelle". Le sue parole di forte impatto emotivo entramo nelle case di decine di milioni di americani. Dopo di lei tocca alla senatrice Elisabeth Warren un vero cane da attacco contro Trump, fare  da apripista al più atteso e importante discorso della serata, quello di Bernie Sanders. E’ un mare di cartelli blu con scritto "Bernie" con l’accento sulla "i", che sembra un uccellino, quello che accoglie il senatore del Vermont. La Wells Fargo Arena esplode. Sanders attende oltre 4 minuti prima di parlare e verrà interrotto almeno 17 volte dall’entusiasmo dei suoi fan.

Quando molti di loro si mettono a gridare, alcuni anche piangendo, "noi vogliamo Bernie", l’altra abbondante metà dei delegati controbatte "Hillary…Hillary". Ma alla fine l’entusiasmo si placa e Sanders è netto e lesto nel dire: "So che siete delusi per come è andato il processo di nomina. Credetemi io sono il più deluso, ma questa è la democrazia e Hillary deve essere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Non c’è altra scelta, dobbiamo mobilitarci tutti per battere Donald Trump. Sono soddisfatto però perché molte delle nostre idee sono state accolte nella nuova piattaforma decratica dai 15 dollari l’ora alla parità di salario tra uomo e donna fino al college e all’università gratuita per i figli della middle class le cui famiglie guadagnano meno di 125.000 dollari l’anno. Hillary lavorerà per estendere a tutti senza distinzione anche l’assitenza sanitaria e chiederà la rinegoziazione sui prezzi assurdi dei farmaci. La nostra rivoluzione continua e a novembre presenteremo anche i candidati del nostro movimento alla Camera e al Senato. Oggi sono davvero orgoglioso di sostenere Hillary Clinton come prima presidente donna nella storia degli Stati Uniti".

Quello di Sanders diventa un sostegno pieno e senza esitazioni. Il senatore del Vermont ha ottenuto enorme spazio a Filadelfia, diversi suoi sostenitori sono saliti sul palco per rimarcare le sue idee progressite e soprattutto la grande battaglia contro Wall Street e i trattati commerciali che vanno rivisti anche se questo appare uno schiaffo a Obama sul libero mercato.

E' una serata intensa e con diversi effetti magici come l’apparizione sul palco di Paul Simon per cantare 'Bridge over Troubled Water'. La rivolta della gente di Sanders molto agressiva nella sua riunione del mattino si è stemperata nel comportamento vivace, ma non incivile, dei suoi delegati. Oggi Sanders ha ottenuto anche la conta formale di tutti i delegati per dimostrare che sebbene sconfitto dalle primarie il suo esercito è grande quasi come quello della Clinton e rimarrà tale. Con lui in pratica i democratici si ritrovano con un partito nel partito e sarà Bernie a chiedere posti di controllo e di potere nel prossimo Democratric National Commitee che Hillary dovrà nominare se vincerà la Casa Bianca. La sua "rivoluzione progressista" è entrata a piedi pari nel partito dell’asinello e ci rimarrà a lungo. Lo scontro che si temeva fino all’ultimo è stato evitato. La parola unità e "Stronger together" (più forti insieme) sta diventano l’unico slogan di Filadelfia e Donald Trump che segue a distanza twitta amareggiato: "E’ triste vedere che Sanders abbia abbandonato la sua rivoluzione. Noi diamo il benvenuto nelle nostre file agli elettori che vogliono riparare il sistema truccato che abbiamo e creare posti di lavoro".

Oggi sono di scena Bill Clinton e il vice presidente indicato Tim Kaine. Domani arriva Obama e giovedì il gran finale con Hillary.

 

 - video dall'inviato Giampaolo Pioli