Mercoledì 24 Aprile 2024

La colla che scioglie le rigidità della mano

Arriva negli ospedali il collagene per trattare la malattia di Dupuytren. Un'alternativa possibile alla chirurgia

Un dettaglio delle mani di George Clooney e della moglie Amal (Ansa)

Un dettaglio delle mani di George Clooney e della moglie Amal (Ansa)

Milano, 12 ottobre 2014 - Malattia di Dupuytren, arriva negli ospedali la terapia farmacologica (collagenasi) che con una iniezione può sciogliere la rigidità che si forma sul palmo della mano. E quando dopo qualche anno il problema si ripresenterà (le recidive sono la prassi) sarà possibile sottoporsi a un nuovo trattamento, una piccola iniezione. Sono sempre più numerosi i centri ospedalieri autorizzati a trattare la malattia di Dupuytren con la terapia farmacologica a base di collagenasi.

Ne ha parlato Giorgio Pajardi, Direttore della Chirurgia della mano all’Ospedale San Giuseppe, Università di Milano, a margine del Congresso della Società Italiana di Chirurgia della Mano. «Si tratta di una malattia a predisposizione genetica – spiega Giorgio Pajardi, un'autorità in materia ‐ . Questo significa che se una persona ne è affetta è bene che i familiari stretti siano attenti ai campanelli d’allarme. Nel palmo della mano, sotto la cute, c’è una struttura chiamata aponevrosi che ha il compito di raccordare la pelle ai piani sottostanti più profondi. E’ una sorta di protezione. In questi soggetti predisposti la membrana si ammala, le cellule iniziano una proliferazione, si crea un accumulo che provoca un nodulo, un ispessimento che con il tempo provoca una retrazione del dito, come se una corda lo piegasse verso il palmo».

L'utilizzo della collagenasi - prosegue Pajardi nella spiegazione ‐ consiste nell'iniettare con un ago molto sottile il farmaco (collagenasi) all’interno della membrana. Dopo 24 ore dall’iniezione al paziente, in adeguato ambiente ospedaliero con anestesia locale, viene praticata una manipolazione, una trazione della mano e il paziente recupera la distensione del palmo. Poi, un tutore notturno, fisioterapia e il problema è risolto. E se dopo qualche anno si ripresenterà la malattia non dovrà fare altro che sottoporsi ad una nuova iniezione. 

Naturalmente non esistono regole assolute, si deve valutare caso per caso la soluzione da adottare, perché ogni mano è diversa, principi di informazione e trasparenza richiedono di valutare pro e contro. «Il bisturi, se necessario, non deve far paura – prosegue Pajardi - . Il problema nel caso della Malattia di Dupuytren è proprio che non è sempre necessario. Nel giro di pochi anni la malattia si ripresenta, le recidive sono la prassi. L’intervento chirurgico provoca cicatrici e aderenze che non sempre possono poi essere risolte dalla nuova terapia con la collagenasi. A quel punto non resta che ricorrere ancora una volta al bisturi. E nel caso di un’altra recidiva si ricomincia. Il bisturi è più invasivo, più doloroso, richiede una riabilitazione che può andare dai 2 ai 4 mesi e quando si presenta la recidiva generalmente obbliga il paziente a ritornare in sala operatoria; la collagenasi riconsegna la funzionalità della mano nel giro di una settimana‐dieci giorni e permette di essere ripetuta per tutte le recidive».

Dove rivolgersi? «Ai chirurghi della mano in centri specializzati» avverte Pajardi. Perché è vero che si tratta di una iniezione, ma è semplice solo a parole. Questo farmaco bisogna saperlo usare con perizia perché sia efficace. Ed è per questo che sono stati autorizzati in tutta Italia solo chirurghi plastici e ortopedici con competenze di chirurgia della mano. Per conoscere l’elenco dei Centri xiapex regione per regione si può visitare il sito della Società Italiana di Chirurgia della Mano: www.sicm.it

I consigli per i pazienti sono due: il primo è di non perdere tempo. Prima si arriva alla diagnosi e meglio si risolve il problema. Inoltre quando la flessione del dito permane da troppo tempo l’estensione non è più recuperabile. Rivolgersi al chirurgo della mano subito. Senza lasciarsi intimorire dalla paura del bisturi. Il paziente deve essere seguito da un terapista specializzato in riabilitazione della mano. Il secondo è di chiedere al chirurgo che gli propone di fare l’intervento se è possibile utilizzare la collagenasi. I centri ci sono, non sono ancora moltissimi, ma ci sono. Si tratta di strutture ospedaliere specializzate.

L'Italia risulta l’unico paese Europeo che ha effettuato un coordinamento di sperimentazione come Società scientifica, afferma Riccardo Luchetti, presidente della Società Italiana di Chirurgia della Mano. La prima fase ha visto il coinvolgimento solo di alcuni centri come Milano, Savona e Modena; nella seconda fase il coinvolgimento è risultato distribuito per tutto il territorio da Padova a Palermo, da Firenze ad Ancona, da Torino a Cagliari. I dati sono in corso di pubblicazione.

Antonio Landi, Direttore della Chirurgia della Mano e Microchirurgia nell’Azienda Universitaria Policlinico di Modena, riferisce di aver trattato 82 pazienti, negli ultimi dodici mesi, per malattia di Dupuytren, dei quali 26 provenienti da altre regioni. In totale in Emilia Romagna sono stati censiti oltre duemila casi. Attualmente in lista d’attesa qui ci sono 254 richieste, per la maggior parte provenienti da fuori regione. Inoltre, sono in corso di definizione una rete di strutture di I livello dove saranno trattate le lesioni relativamente più semplici. Attualmente, il Policlinico modenese è centro di riferimento e unica struttura HUB per l’Emilia Romagna per le lesioni della mano, ed è anche l’unico in Emilia Romagna dove si pratica la terapia con collagenesi.

Massimo Ceruso, Direttore della Chirurgia della Mano e Microchirurgia nell’Azienda Ospedaliero‐ Universitaria di Careggi di Firenze, indica nella malattia di Dupuytren una patologia comune, tra le più frequenti negli ambulatori. Molto variabile per la gravità della deformità in flessione delle dita colpite e per la estensione nelle due mani. Inoltre, è imprevedibile per la sua velocità di evoluzione. I pazienti che chiedono aiuto sono generalmente già informati della diagnosi dal medico curante e molti sanno quali sono le alternative. La collagenasi è disponibile già da qualche anno in diversi paesi europei e negli Stati Uniti, l’informazione è stata tempestiva. E il Centro di Firenze è autorizzato a praticare questa terapia per il trattamento della malattia di Dupuytren.

In Italia per quanto riguarda preparazione e tecniche chirurgiche non abbiamo nulla da invidiare ai colleghi stranieri – spiega Aurelio Portincasa, presidente del Congresso di Chirurgia della Mano - Esiste una realtà e una rete chirurgica e professionale ormai consolidata, su tutto il territorio nazionale, con punte di eccellenza ed alta specializzazione, che ci allineano ai primi posti delle classifiche internazionali, sia dal punto assistenziale che della ricerca scientifica. I progressi della ricerca, della bio‐ingegneria tissutale e della medicina e chirurgia induttiva e rigenerativa ci consentiranno, in un prossimo futuro, il raggiungimento di risultati probabilmente impensabili fino ad oggi. In prospettiva futura, grazie all'impiego delle cellule staminali autologhe, dei fattori di crescita ed alla differenziazione cellulare, avremo probabilmente la possibilità di prefabbricare organi e apparati. Non sarà quindi più necessario sostituire organi e strutture altamente specializzate prelevandoli da un sito donatore, ma sarà possibile prefabbricarli in laboratori idonei e finalizzati allo scopo di produrre ossa, nervi, cartilagini, se non addirittura organi ed apparati più complessi. E tutto questo consentirà di dare ampio e più rinnovato impulso alla realizzazione di banche dei tessuti. E ancora la chirurgia robotica e le applicazioni della cibernetica più avanzata, lasciano intravedere prospettive sempre più nuove e stimolanti. 

Alessandro Malpelo

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