ANDREA CANGINI
VOGLIONO uccidere Carlo Azeglio Ciampi. Noi non lo sappiamo, ma dev’essere certamente così. Diversamente, non si spiegherebbe la ragione dell’imponente apparato di sicurezza che lo circonda. In epoca di spending review, quando gli organici delle forze dell’ordine si assottigliano, i commissariati chiudono e le auto di servizio restano a secco, destinare ogni santo giorno una ventina di agenti e un paio di macchine alla protezione di un solo uomo non può che rispondere a reali esigenze di sicurezza. E allora: chi vuole uccidere Carlo Azeglio Ciampi? Ciampi è stato un personaggio importante, molto importante nella storia recente del nostro Paese: governatore della Banca d’Italia, ministro del Tesoro, presidente del Consiglio, presidente della Repubblica.
A breve compirà 94 anni. L’uomo merita rispetto, le funzioni che ha ricoperto meritano gli onori del caso: una segreteria, certo, possibilmente anche un autista. Ma se, come crediamo e come fortemente auspichiamo, non c’è ragione di temere per la sua vita, non resta che darsi un’altra spiegazione. Una spiegazione che attiene a un ‘vecchio’ modo tutto italiano di interpretare il potere e i suoi privilegi. Ma le divise, e chi le indossa, non sono pennacchi. Domani torneremo sul tema.