Venerdì 19 Aprile 2024

Date a Cesare quel che è di Cesare "Adesso non mi nascondo più"

Date raddoppiate a Bologna e Milano: "Abbraccio il pubblico"

Cesare Cremonini in concerto al PalaDozza (Photo by Roberto Serra / Iguana Press)

Cesare Cremonini in concerto al PalaDozza (Photo by Roberto Serra / Iguana Press)

Bologna, 6 luglio 2015 - NELL’AGENDA di un autunno musicale all’insegna del sequel, caratterizzata dal passaggio dei megatour di Jovanotti e Tiziano Ferro dagli stadi ai palasport, Cesare Cremonini rappresenta un’allettante novità. E questo perché nel tris pigliatutto è il suo Più Che Logico Tour 2015 ad avere nei polmoni ossigeno da spendere, come dimostra anche il raddoppio delle date di Bologna (dove il ragazzo con le ali sotto ai piedi canterà il 31 ottobre e il primo novembre) e di Milano, dove gli show del 13 e 14 novembre portano a quattro le esibizioni al Forum nell’arco di un anno. Un “Poker d’Ass(ago)”, come lo chiama lui, che rappresenta un punto d’arrivo. "Dal 2010 ho fatto un disco quasi ogni 10-12 mesi" spiega Cesare, 35 anni, nel suo studio di registrazione alla periferia di Bologna.

"A fine agosto uscirà il singolo di 'Lost in the weekend' con relativo videoclip girato a Los Angeles, poi arriveranno questi 17 show nei palasport prima di una lunga pausa. È un anno intero che la mia musica rimane stabilmente nella top 5 radiofonica e di tanta disponibilità non posso che ringraziare il pubblico e i dee jay, ma a un certo punto arriva il momento di dire stop e di prendersi tutto il tempo necessario a riordinare le idee in vista del nuovo album".

Niente male per uno che fino a quattro anni fa cantava nei teatri.

"Due tournée nei palasport nell’arco di un anno rappresentano una bella sfida che non mi sarei accollato se in mezzo non fossero nate nuove canzoni. Sono convinto, infatti, che un buon tour nei grandi spazi sia sempre legato ad un progetto discografico forte".

E il 'live' con inediti 'Più che logico' lo è stato?

"A giudicare dai riscontri di 'Buon viaggio (share the love)' direi proprio di sì. L’attenzione del pubblico non è gratis, va conquistata con i concerti e con le hit".

Cominciamo dalle hit.

"Ne scrivo dal ’99, da '50 Special'. Anche se dietro ogni grande hit c’è, scarnificata, una canzone che potrebbe tranquillamente essere di nicchia o indie. È l’intenzione dell’autore a indirizzare il lavoro in una direzione o nell’altra".

E lei chi vuol essere?

"Uno che arriva a tantissima gente. Mentre ai tempi di 'Maggese' tendevo a nascondermi dietro al piano per sfuggire a me stesso prima ancora che agli altri, ora sento una gran voglia di abbracciarlo questo pubblico, di sfamarlo, di convincerlo, di esaltarlo".

Perché, allora, tra le canzoni che recupera nel nuovo tour c’è proprio 'Maggese'?

"Perché penso che oggi, grazie alla tecnologia, si possa creare anche in un grande spazio come il palasport un momento teatrale. In tour sarebbe bello creare un’interazione tra palco e video. Sto pensando di recuperare pure altre canzoni del mio passato poco conosciute dai fans dell’ultim’ora come 'Gli uomini e le donne sono uguali'".

Per chi ha fatto il tifo questa estate?

"Per Ferro e Jovanotti. Il successo dei loro tour è un bene per tutti; nonostante la crisi, l’abitudine al concerto è un fatto culturale prima ancora che economico e se la gente si appassiona a un certo tipo di spettacolo, si appassionerà pure a quelli che seguiranno".

Loro hanno messo in campo produzioni molto impegnative dal punto di vista visuale. E lei?

"L'apparato di uno show è importante, quindi cercherò pure io di puntare sulle immagini. Anche se, da seguace della scuola Jagger-Mercury, sono convinto che in uno spettacolo la 'produzione' più importante sia il corpo umano. La sua fisicità".

In una celebrazione pop quanto conta la confezione?

"Conta, conta; ma penso che non sia il numero dei tir fuori dal palasport a misurare la mia statura d’artista. Ci sono tanti artisti che hanno il bisogno di farsi rappresentare dalla produzione, io invece ho una convinzione nei miei mezzi che in scena mi porta a pretendere poche cose, ma molto ben fatte".