Cellule hackerate per combattere il cancro. Il successo del Mit di Boston

Una scoperta che si potrebbe rivelare rivoluzionaria per la biologia sintetica, e per il trattamento di alcune patologie. Le cellule riprogrammate potrebbero attaccare i tumori

Cellule del cancro delle ossa (OLycom)

Cellule del cancro delle ossa (OLycom)

Boston, 1 aprile 2016  - Combattere il cancro con cellule viventi hackerare e riprogrammate. E' lo straordinario risultato a cui è giunto un gruppo di scienziati del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Lo studio è pubblicato sulla rivista Science. 

I risultati potrebbero rivoluzionare la biologia sintetica, e anche il trattamento di alcune patologie. Ingegnerizzando i "circuiti" del Dna, simili a quelli elettronici, i ricercatori sono stati in grado di riscrivere il codice di batteri, cambiando le loro funzioni a stimoli ambientali. Proprio come si farebbe per riprogrammare il software di un computer, così gli scienziati sono stati in grado di codificare nuove funzioni per le cellule usando un linguaggio di programmazione basato su un testo che viene trasferito al Dna della cellula. 

 Christopher Voigt, docente di Ingegneria biologica al Mit, spiega: "E' letteralmente un linguaggio di programmazione per i batteri. Si utilizza un linguaggio basato su un testo, proprio come quando si riprogramma un computer. Poi si compila un testo e si realizza una sequenza di Dna che si inserisce nella cellula, e questo circuito funziona all'interno della cellula". Un linguaggio molto semplice da utilizzare. "Potrebbe svilupparlo anche uno studente delle scuole superiori", ha assicurato Voigt. 

I ricercatori hanno utilizzato un linguaggio che costruisce circuti sintetici che rispondono a tre diversi input e intervengono in modo diverso a seconda delle situazioni. Hanno progettato sensori che possono essere codificati nel Dna di una cellula batterica e che rilevano composti diversi, come ossigeno o glucosio. Ma anche luce, temperatura, acidità e altre condizioni ambientali. 

Il primo batterio riprogrammato è stato l'Escherichia coli. Finora sono stati programmati 60 circuiti con diverse funzioni, di cui 45 hanno funzionato senza problemi. Enormi e piene di sboccchi le implicazioni che derivano da questo studio. Si va dalla progettazione di cellule batteriche in grado di produrre e rilasciare un farmaco contro il cancro, alla creazione di cellule di lievito capaci di fermare il processo di fermentazione se si accumulano troppi sottoprodotti tossici, fino alla creazione di batteri che vivono nelle piante e che producono insetticidi ogni volta che vengono attaccate.