Jobs act, rivoluzione nei congedi. Cig e Naspi: tetto a 24 mesi. Camusso: "Passi in avanti"

Approvati due decreti attuativi della riforma del lavoro. Plaude Squinzi, aperture dal segretario Cgil: "Confermiamo giudizio complessivo ma ci sono aspetti positivi in materia di cassintegrazione e ammortizzatori". Le principali novità emerse dal Consiglio dei ministri. Poletti: serve turn over, non scaricare sui giovani il peso della previdenza

Susanna Camusso, segretario Cgil (Newpress)

Susanna Camusso, segretario Cgil (Newpress)

Roma, 12 giugno 2015 - Rivoluzione nei congedi parentali, tetto di 24 mesi in 5 anni alla Cassa integrazione e 24 mesi per la disoccupazione (Naspi). Sono questi alcuni dei punti principali contenuti dei decreti attuativi del Jobs act, approvati ieri dal Consiglio dei ministri. Alcune iniziative andranno in vigore nel 2015 in via sperimentale, ma se ci saranno risorse proseguiranno anche nel 2016. Soldi anche per 'nido di famiglia' e baby sitting.

"Lavoro rapido e completo", commenta il ministro Boschi. Soddisfatto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che ritiene il risultato" complessivamente positivo". Aperture anche da Susanna Camusso. "Confermiamo ciò che avevamo dato per acquisito nella legge delega, cioè che il progetto non era di investimento in termini di qualità del lavoro, ma di una sua riduzione", dice il leader Cgil. Ma per il segretario c'è "qualche serio passo in avanti" in materia conciliazione e emergono "aspetti positivi" per quanto riguarda cassa e ammortizzatori in generale. 

CONGEDO PARENTALE - Si allunga il tempo per fruire del congedo parentale facoltativo portandolo da 3 a 6 anni e da 8 a 12 anni di età del bambino rispettivamente per quello retribuito al 30% e per quello non retribuito, la cui durata resta comunque di 6 mesi. Inoltre si riduce da quindici a cinque giorni il periodo di preavviso al datore di lavoro. In arrivo anche la possibilità di 'trasformare' il congedo parentale in part-time al 50%.

DISOCCUPAZIONE - Anche se "non è stato affrontato il tema del salario minimo", spiega Poletti al termine del Cdm, si è parlato molto di disoccupazione, con l'introduzione di diverse novità. Il Cdm infatti ha introdotto un "assegno di ricollocazione" per disoccupati. Si tratta di nuovo strumento finalizzato al fatto che "se un lavoratore perde un lavoro dopo 6 mesi, è possibile che abbia un assegno che può essere usato per acquistare servizi per ricollocamento" ha spiegato il ministro del Lavoro. Inoltre c'è la stabilizzazione a 24 mesi della Naspi, il nuovo assegno di disoccupazione introdotto dal Jobs act, grazie al "riordino degli ammortizzatori sociali e interventi di politiche attive" che producono "una disponibilità di risorse". L'allungamento era previsto a 24 mesi per 2015 e 2016, mentre sarebbe sceso a 18 mesi dal 2017.

CASSA INTEGRAZIONE - La Cassa integrazione viene fissata a 24 mesi, che possono diventare 36 se si hanno 24 mesi di contratti di solidarietà. "Estese le tutele a 1,4 milioni di lavoratori" sinora esclusi con la Cig per tutte le imprese sopra 5 dipendenti.

NUOVE AGENZIE - Vengono istituite l'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro e l'Agenzia nazionale per l'Occupazione. Nel primo caso il nuovo organismo integrerà i servizi ispettivi di ministero del Lavoro, Inps e Inail. Si razionalizzerà la rete presente sul territorio e ciò determinerà anche dei movimenti a livello di personale. L'operazione dovrebbe anche portare a dei risparmi in termini di spesa pubblica. Per quanto riguarda l'Agenzia nazionale per l'occupazione, partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro, avrà competenze gestionali in materia di servizi per l'impiego, politiche attive e Aspi. Tutto questo "per rendere più razionale" la lotta alle illegalità, ha precisato Poletti. 

"IL GOVERNO VA AVANTI" -  Soddisfazione del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: "In un anno tutti i decreti previsti dalla delega lavoro sono stati approvati. Il lavoro del governo è praticamente finito. E' stato rapido e completo". 

CAMUSSO: RIDUZIONE DELLA QUALITA' MA QUALCHE PASSO IN AVANTI - Dopo i decreti attuativi sul Jobs act  "confermiamo ciò che avevamo dato per acquisito nella legge delega, cioè che il progetto non era di investimento in termini di qualità del lavoro, ma di una sua riduzione". Lo ha detto all'ANSA il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine di una conferenza tra sindacati italiani e tedeschi nell'ambasciata d'Italia a Berlino. Ma il giudizio non è totalmente negativo. "Qualche serio passo avanti si è fatto sul tema della conciliazione", mentre elementi "in parte positivi sono i temi della cassa integrazione e degli ammortizzatori". Anche se, precisa, "siamo ancora in un sistema che non comprende tutta quella parte del mondo del lavoro precaria, parasubordinata, fintamente autonoma che si trova di fronte di nuovo di fronte a una divisione tra diritto e impossibilità degli accessi". 

Per Camusso i decreti sulla conciliazione "non sciolgono il nodo vero, cioè come si possa allargare a tutte le forme di lavoro. Non solo: c'è un contraltare sull'unicità del sistema assicurativo, che sarà un altro tema che proponiamo con le questioni previdenziali". E aggiunge: "L'allungamento dell'indennità di disoccupazione è il criterio al netto che ci auguriamo abbia risolto il problema delle stagionalità, dell'accesso alle indennità di disoccupazione ai lavoratori stagionali o temporanei. Anche se qui si dovranno vedere proprio le formulazioni tecniche". 

POLETTI: TURN OVER - "Tenere insieme l'esigenza di rendere più flessibile l'uscita dal lavoro perché la legge attuale ha costruito uno scalino troppo alto e ha reso la vita difficile ai giovani, perché se manca turn over ci sono meno opportunità per tutti", ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a margine di un convegno a Modena, aggiungendo che "abbiamo un debito pubblico grandissimo, figlio di scelte sbagliate fatte in precedenza anche sul piano previdenziale, ma oggi non si può scaricare sui giovani o sulle nuove generazioni il peso della previdenza. Non faremo altro debito per mandare prima in pensione chi oggi lavora. Dobbiamo dare una risposta equilibrata e rispondente alle urgenze. Se una persona perde il lavoro ed è vicina alla pensione e non matura i requisiti per andarci, si tratta di un problema socialmente molto più rilevante di chi invece un lavoro ce l'ha e deve rimanerci un altro anno».

ATTUAZIONE PROGRAMMA - La ministra per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, durante il Consiglio dei ministri ha anche fornito un aggiornamento sullo stato di attuazione del programma e ha informato il Governo dell'avvio, lo scorso 29 maggio, di MONITOR, la nuova piattaforma web per il monitoraggio dei decreti attuativi utilizzata dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministeri. Dal Consiglio dei ministri del 18 maggio sono stati adottati 23 decreti, di cui 13 riferiti al Governo in carica. Il tasso di attuazione del Governo, alla data del 9 giugno, è pari al 65,3% e lo stock Monti-Letta si è ridotto a 295. Inoltre, dal 26 aprile, data dell'ultimo Report di monitoraggio pubblicato, il Consiglio dei ministri ha deliberato 14 provvedimenti legislativi (5 disegni di legge, 7 decreti legislativi e due decreti legge).

RISORSE PER GLI ENTI LOCALI - Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha osservato: "Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto enti locali, un insieme di misure che ha l'ispirazione di allentare i vincoli di operatività degli enti locali e territoriali rispetto al patto stabilità interno", quindi maggiore spazio per gli investimenti. Le buone notizie per i Comuni non sono finite: è previsto infatti un contributo di "530 milioni di euro" per Imu e Tasi. Altri 2 miliardi saranno stanziati per il pagamento dei debiti commerciali per regioni e provincie autonome. Niente di fatto, invece, sulle Agenzie fiscali. Il nodo dei dirigenti dichiarati illegittimi dalla Consulta perché nominati senza passare da un concorso pubblico "sarà affrontato in un prossimo Consiglio dei ministri" ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

NIENTE SALVAGUARDIA - Non scatterà la clausola di salvaguardia prevista a tutela del gettito che sarebbe dovuto arrivare con la Reverse Charge Iva estesa alla grande distribuzione. La bocciatura decisa dalla commissione europea avrebbe dovuto far attivare un aumento delle accise della benzina a partire da luglio. Ma questo non accadrà e la misura non sarà nemmeno sostituita con altre fonti di entrata (si era ipotizzato l'uso del gettito della voluntary disclosure). Con una norma approvata al Consiglio dei Ministri, contenuta nel decreto sugli enti locali, è stato deciso di spostare a dopo l'estate l'attivazione della clausola di salvaguardia per coprire il buco di 728 milioni, quando il quadro macro economico sarà più chiaro. 

SOLDI AI TERRITORI - Il Cdm ha dichiarato lo stato d'emergenza nella Regione Marche per fare fronte ai danni causati da eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito il territorio nei giorni dal 4 al 6 marzo 2015. Per completare gli interventi di protezione civile in atto sono stati prorogati gli stati d'emergenza gia' dichiarati in conseguenza delle eccezionali avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio delle Province di Grosseto, Livorno, Massa Carrara e Pisa nei giorni dall'11 al 14 ottobre 2014 ed il territorio delle Province di Lucca e Massa Carrara nei giorni dal 5 al 7 novembre 2014. Un'ulteriore proroga è stata deliberata per il territorio delle Province di Torino, Alessandria, Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli per gli eventi di ottobre e novembre scorsi. 

POST SISMA - Il Cdm ha stanziato 205 milioni a favore della ricostruzione in Lombardia dei danni creati dal terrremoto del 2012, in particolare nella zona di  Mantova. Lo ha annunciato il ministro Maria Elena Boschi, ricordando che questa misura "è una norma fortemente voluta dal governo, anche a seguito di impegni presi dal presidente del Consiglio". Oltre alla ricostruzione, le risorse finanzieranno anche "la messa in sicurezza di siti produttivi e la possibilitò di delocalizzare siti produttivi per salvaguardare la continuità delle aziende. Era una norma attesa dal 2012, il Governo ha mantenuto l'impegno".