Mercoledì 17 Aprile 2024

Catania, la moglie ha ucciso il marito e ha finto la rapina. "Stanca di subire le violenze". Marijuana e armi in casa

Molti particolari non avevano convinto gli inquirenti. Dopo un lungo interrogatorio Vincenzina crolla: "Mio marito era violento, ero stanca di subire"

Catania, la villetta dell'orrore e l'uxoricida

Catania, la villetta dell'orrore e l'uxoricida

Catania, 28 agosto 2015 - Colpo di scena nell'omicidio di Alfio Longo, l'ex elettricista trovato col cranio fracassato ieri mattina nella sua villa di Biancavilla. Nella notte la moglie, al termine di un lungo interrogatorio, ha confessato di aver ucciso il marito e di aver inscenato poi la finta rapina in villa. 

Già ieri erano emersi alcuni dubbi tra gli inquirenti, tra cui il particolare che i cani che aveva la coppia in casa non avevano abbaiato e che la donna aveva riferito che il marito aveva gridato ai rapinatori "vi ho riconosciuti", dettaglio che non aveva convinto gli investigatori. La donna, Enza Ingrassia, aveva anche detto di essere stata costretta dai presunti rapinatori a legare il marito nel letto nel quale è stato trovato con il cranio sfondato per non lasciare tracce, mentre poi, fatto in contraddizione con quanto appena riferito, avevano legato lei a un divano del soggiorno. 

Il motivo del delitto, racconta l'uxoricida, è l'indole violenta di Alfio Longo e Vincenzina era "stanca di subire"

LA RICOSTRUZIONE - La sera prima del delitto l'elettricista in pensione Alfio Longo e sua moglie Enza Ingrassia avevano litigato. Come spesso avveniva, lui l'aveva picchiata con un grosso tralcio di vite secco. Agitato, Alfio Longo era poi uscito di casa e si era sfogato parlando ad alta voce con i suoi tre cani. Marito e moglie poi avevano fatto pace, come accadeva da anni. E' il racconto fatto agli inquirenti dalla donna, quando la sua versione iniziale della rapina non ha retto ai riscontri.  Dopo aver cenato insieme avevano guardato un film in televisione, "Cuore selvaggio" su una donna che uccide il marito con un coccio di bottiglia. La coppia era poi andati a letto, ma ha avuto difficoltà a prendere sonno. L'uomo a un certo punto ha presso dei sedativi mentre la donna è rimasta sveglia. Sempre secondo il suo racconto, con la mente ha ripercorso i tanti soprusi e le violenze subite e così con lo stesso pezzo di legno usato poco prima dal marito per picchiarla, l'ha ucciso colpendolo alla testa nel sonno. Poi ha simulato la rapina. 

ARMI E MARIJUANA - Nel corso delle indagini i carabinieri hanno scoperto che l'apparentemente tranquilla coppia di pensionati nascondeva in casa armi e droga: sono state trovate circa 20 piante di marijuana, nascoste tra i tralci della vigna coltivata sul retro della villletta, e altre essiccate in mansarda. Qui erano pure le armi, una pistola che è risultata rubata e un fucile calibro 12.

LE INDAGINI - A far crollare la donna sono stati gli stringenti riscontri investigativi che hanno sbugiardato la sua testimonianza. "La moglie ha raccontato di avere subito maltrattamenti per anni - ha detto il procuratore di Catania facente funzioni, Michelangelo Patanè - e anche la stessa sera la donna, aveva subito percosse con il pezzo di legno che ha poi utilizzato per colpire il marito a morte". Ai carabinieri non risulta alcuna denuncia di violenze da parte della donna, né in passato né di recente. Le indagini sono arrivate alla svolta, con il fermo della donna, grazie alla collaborazione del Ros di Catania e di Palermo e degli specialisti del Ris di Messina. Il sopralluogo della scientifica dei carabinieri ha evidenziato alcune incongruenze rispetto al racconto della donna, che ha infine confessato di avere colpito alla testa il marito mentre dormiva, fino a spaccargli il cranio.  In conferenza stampa il procuratore Patané ha lanciato un appello: "Se è vero che l'origine dell'omicidio è la violenza, il messaggio che deve passare è che chi subisce violenze o maltrattamenti deve subito denunciare alle forze dell'ordine".