Mercoledì 24 Aprile 2024

Arriva 'Much Loved', il film scandalo sulle prostitute guerriere del Marocco

Il regista: "Nel mio paese è stato censurato, mi minacciano di morte"

Una foto di scena di 'Much Loved' (Ansa)

Una foto di scena di 'Much Loved' (Ansa)

Roma, 7 ottobre 2015 - Il suo Much Loved ha fatto scalpore. Diciamolo pure, scandalo. "Ho raccontato prostitute guerriere e non vittime e forse questo ha dato fastidio", suggerisce il regista marocchino Nabil Ayouch, oggi a Roma. Il suo film, che ha infiammato Cannes, arriverà domani nelle sale, distribuito dalla Cinema di Valerio De Paolis. La pellicola è stata proibita in Marocco. Per Ayouch si è resa necessaria addirittura una scorta, per lui e le sue attrici che hanno vestito i panni di quattro prostitute alle prese con clienti ricchi e viziati. Nel cast del film Loubna Abidar (unica attrice professionista), Danny Boushebel, Carlo Brandt, Abdellah Didane, Sara Elhamdi Elalaoui, Halima Karaouane e Asmaa Lazrak. 

"OGGI VA MEGLIO" -  "Per quanto riguarda le minacce, oggi va meglio", ammette Ayouch. Nato a Parigi da una famiglia marocchina in un quartiere della banlieue, il regista spiega che "ad averci attaccato è stata un'associazione privata accusandoci di pornografia". E così, dopo l'uscita del film in Europa, è partita "una campagna di odio e di violenza che non potevo neppure immaginare". E questo nonostante il film non sia mai stato visto in Marocco. Ayouch pensava di aprire un dibattito, non credeva di arrivare al punto di ricevere minacce di morte. Per lui le prostitute "sono donne che subiscono tante umiliazioni, ma alla fine resistono. Persone che, come accade in Marocco, sono prive di un protettore e che danno tutto alla famiglia, l'unica entità che dà ancora loro amore".

IL VETO  - Per il casting sono state effettuate circa 200 interviste a prostitute e non. Il film non ha ricevuto il veto della monarchia, a osteggiarlo è stato il ministro della Comunicazione. "Ovvero quella parte della politica animata da populismo", punge Ayouch. Ed è proprio la censura, secondo il regista, ad aver "alla fine creato un vero dibattito e dato anche opportunità alle donne di potersi finalmente esprimere".  Per Ayouch a fare paura, delle prostitute, "è la loro indipendenza".