Martedì 16 Aprile 2024

Via alle 50 sfumature di Croisette. Cannes alla ricerca del sesso perduto

Oggi parte la 68ª edizione del festival. Con molti scandali annunciati

Una scena del film Much Love

Una scena del film Much Love

Cannes, 13 maggio 2015 - LIQUIDI corporei e non solo gocce di sudore o di saliva. Annunciati da megamanifesti in cui lingue vermiglie si cercano e rosse labbra si dischiudono. Un’edizione che si vuole, già dai giorni che precorrono l’inaugurazione, più seguita delle precedenti il richiamo dell’eccesso, l’appeal del tenebroso, insomma lo scandalo, almeno presunto se non atteso, non può mancare . È il convitato di pietra che giustifica l’accorrere degli invitati alla festa più importante del cinema. È così da sempre: alla vigilia si aspettano con ansia i film che imbarazzano, che sconvolgono che poi, a palme assegnate, tutti dimenticano.

IL FESTIVAL, inteso come magnifica macchina da guerra che tutto controlla, sa bene che nonostante si viva nell’epoca del libero web è bene mettere in mostra qualche immagine di esplicito richiamo. Qualche concessione a gioie e tormenti del sesso che saggiamente disposte ai margini (sezioni parallele, fuori concorso, proiezioni di mezzanotte), lasciano intatto e casto il cuore della manifestazione che va ad aprirsi oggi con “A tête haute”, della regista Emmanuelle Bercot, con Catherine Deneuve .

GASPAR NOÉ regista franco-argentino prende volentieri su di sé il peso dello scandalo. Anni fa con “Irreversible” regalò la lunga scena di stupro anale (lo subiva Monica Bellucci in un sottopassaggio del metro) finita nel Guinness dei primati. Con “Love” intende superare se stesso. Erezioni, penetrazioni in stile youporn d’autore. E pensare che la trama (un uomo ricorda in una giornata piovosa i trascorsi amorosi con una ragazza scomparsa) sa tanto di plot da porno anni Settanta. In “Panama”, altra proiezione speciale, il regista serbo Pavle Vuckovic indaga sull’effetto che i più disinibiti selfies hanno sull’amore adolescenziale. Nel film che ha per sottotitolo “L’amore contaminato dalla pornografia” un giovane scopre inequivocabili video amatoriali sulle pagine Facebook della fidanzata. La sua gelosia aumenta progressivamente per placarsi solo nell’atto sessuale più sfrenato e violento, tale da non escludere pratiche facilmente immaginabili. Quello che preoccupa il regista sarebbe la fuga dei giovani dall’onestà dalla vera intimità. Ma non siamo obbligati a credergli. In “Much Loved” di Nabil Ayouch (Quinzaine des Realisateurs) quattro prostitute marocchine mostrano i loro corpi, attirano clienti, offrono ore d’amore a tariffe diversificate ma soprattutto si scambiano confidenze e raccontano le orrende umiliazioni subite. Qui lo scandalo sarà piuttosto fuori del film, nascosto nelle reazioni di ambienti musulmani poco propensi a scherzare.

PERSINO Isabelle Huppert, avvenente più per i ricordi di figure disegnate nel tempo che per un appeal oramai soprattutto cerebrale, si è permessa una scena hot di amore in ascensore in “Asphalte” del francese Samuel Benchetrit. Anche il concorso ha la sua quota di scandalo ma naturalmente è di quelli che stanno negli occhi degli spettatori. In “Carol” il regista americano Todd Haynes mette in scena l’amore lesbico che lega in modo ossessivo l’infelice signora Kate Blanchett a Rooney Mara, giovane commessa in un grande magazzino. Ma, tanto per intendersi, siamo negli anni Cinquanta e lo spunto arriva da un romanzo (The price of salt) di Patricia Highsmith.