Giovedì 18 Aprile 2024

Cannes, la lezione di cinema de 'La loi du marché'

ll film francese di Stephane Brizé racconta il mondo grigio, ma dignitoso di Thierry (un gigantesco Vincent Lindon), operaio disoccupato che accetta a un certo punto un lavoro indecente che mette 'poveri contro poveri'. Nonostante questo l'uomo non perde la sua dignità

Stephane Brizé e Vincent Lindon sul red carpet (Afp)

Stephane Brizé e Vincent Lindon sul red carpet (Afp)

Cannes, 18 maggio 2015 - Il mondo del lavoro sullo schermo è una rischiosa sfida. Soprattutto nel cinema europeo che non dispone né degli elementi di spettacolarizzazione di quello americano né dell’effetto documentaristico offerto dai film del terzo mondo. I fratelli Dardenne (due volte Palma d’oro a Cannes) sono uno dei rari esempi di riuscita. Ma, non a caso, hanno pochi imitatori.

Il protagonista del film in Concorso La loi du marché (La legge del mercato) ha cinquant’anni e un figlio down, è disoccupato da due, subisce le angherie di una banca pressante, e ha una morale propria che è più di peso che di conforto. Ci sono tutti gli elementi di una pellicola miserabilista, ricattatoria e manipolatrice, sguarnita di quel rigore cinematografico, per lo più incompatibile con questo tipo di soggetti.

Sarà la forza di un regista sottovalutato come Stephan Brizé (sei film, salvo errori, mai usciti in Italia) capace di incrociare la forza tranquilla della tradizione con un linguaggio moderno, fatto di camera fissa e, all’occorrenza mobilissima, sarà l’energia sprigionata da un attore come Vincent Lindon che nei momenti di forma ricorda la versione operaia di Jean Gabin, ma è certo che il risultato non è solo un bel film è anche un colpo al cuore. La lucidità del racconto diviso in quadri omogenei che non escludono la tenerezza (una lezione di danza con la moglie) mette in risalto comportamenti umani che mutuano dal mercato del lavoro durezza ma soprattutto stupidità.

Il protagonista trova, dopo lunga attesa, un posto di lavoro come sorvegliante in un supermercato dai mille occhi elettronici abili nell’indicare ai guardiani furti e furtarelli, talvolta frutto di pura indigenza, dove gli errori umani (dei ladruncoli) si trasformano in orrori umani (degli impiegati). Il mutuo e la retta per le cure del figlio sono bisogni sufficienti per mettersi al servizio di una macchina infernale? E se sì per quanto?

Non cederemo a facili affermazioni: La loi du marché non è probabilmente una lezione di vita ma sicuramente una lezione di cinema.

Voto: 8