'Camorra capitale', maxi blitz a Roma: 61 arresti / VIDEO

Il gruppo operava nella zona sud - est della capitale. Alcune delle accuse sono di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura. Perquisizioni anche in altre regioni

Operazione antidroga a Roma, 61 arresti (Ansa)

Operazione antidroga a Roma, 61 arresti (Ansa)

Roma, 10 febbraio 2015 - I carabinieri del comando provinciale di Roma e dei comandi dell'arma territorialmente competenti hanno messo in atto una vasta operazione anticrimine per dare esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma - Direzione distrettuale antimafia - nei confronti di 61 persone indagate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l'aggravante delle modalità mafiose. I Carabinieri hanno così disarticolato un'organizzazione di matrice camorristica operante nella zona sud-est di Roma.

L'operazione è stata eseguita a conclusione di un'indagine del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Roma che ha portato all'individuazione di un'organizzazione per delinquere di matrice camorristica operante nella zona sud-est di Roma in varie attività illecite, capeggiata, fino al suo arresto per associazione mafiosa e omicidio, da Domenico Pagnozzi, attualmente detenuto in regime di 41 bis. 

Nell'ordinanza di custodia cautelare viene riconosciuta la sussistenza del reato di associazione mafiosa di cui all'art. 416 bis del codice penale per i componenti del sodalizio. Arresti e perquisizioni in varie località in Roma e provincia, Frosinone, Viterbo, L'Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro. 

SEQUESTRATI 10 MILIONI DI EURO  - Sequestri di beni per un valore di circa 10 milioni di euro da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Roma nell'ambito dell'operazione che ha smantellato un'organizzazione di matrice camorristica attiva nell'area sud-est della Capitale. I beni sequestrati sono riconducibili ad alcuni dei 61 arrestati. In particolare ci sarebbero numerosi esercizi commerciali e società romane, immobili, ma anche rapporti finanziari e veicoli per un valore stimato di 10 milioni di euro. Si tratta di sequestri di prevenzione finalizzati alla confisca, eseguiti sulla base di provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

SEQUESTRATI BAR E RISTORANTI - Ci sono bar e ristoranti del centro di Roma tra i beni sequestrati dai Carabinieri del Comando provinciale nell'ambito dell'operazione. Tra questi il bar Tulipano, da cui prende il nome l'operazione, che si trova in Via del Boschetto, nel Rione Monti, a pochi passi dall'abitazione dell'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma anche un ristorante di Via dei Vascellari a Trastevere, e un negozio di orologi di Via Barberini. Tra i dodici esercizi commerciali posti sotto sequestro oggi ci sono anche due autosaloni e un locale notturno in zona Tiburtina. Alla lista si aggiungono 30 immobili di cui 28 a Roma e provincia, uno nell'Avellinese e uno a Isola di Caporizzuto; 72 veicoli, 20 società e 222 rapporti finanziari. Il valore complessivo stimato è di circa 10 milioni di euro.

UN ARRESTATO GIA' COINVOLTO IN 'MAFIA CAPITALE' - Ci sono Domenico Pagnozzi, condannato all'ergastolo per l'omicidio Carlino del 2001 e soprannominato 'ice' per i suoi occhi di giaccio, e Massimiliano Colagrande, uomo vicino all'estrema destra e coinvolto nell'inchiesta "Mafia capitale" tra i 61 arrestati dell'operazione "Camorra capitale" dei carabinieri del Comando di Roma che ha portato all'arresto di 61 persone. Lo si apprende da fonti investigative. Per gli inquirenti si tratta forse "dell'ultimo capitolo del dominio romano del clan Senese".

SCHEDA - CHI E' DOMENICO PAGNOZZI 

CLAN CONOSCEVA E RISPETTAVA GRUPPO CARMINATI  - "Sono personaggi che si conoscono, non da un punto di vista personale, si rispettano e c'è il riconoscimento di ruolo tra i capi dei gruppi che operano sullo stesso territorio". Lo ha detto il procuratore aggiunto, Michele Prestipino, durante la conferenza stampa, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fossero rapporti tra il capo del gruppo, Domenico Pagnozzi, e quello di Mafia Capitale, Massimo Carminati. "Non c'è un tavolo di regia - sottolinea Prestipino - ma dalle intercettazioni si capisce che c'è contezza dell'altro. Ognuno sa dell'esistenza degli altri gruppi criminali che operano a Roma".

COLAGRANDE CASSIERE - Avrebbe ricoperto il ruolo di cassiere del clan, Massimiliano Colagrande. È quanto ritengono gli investigatori. Colagrande sarebbe stato l'uomo di fiducia del capo dell'organizzazione, Domenico Pagnozzi, e avrebbe avuto il compito di curare parte delle attività di riciclaggio e reinvestimento nell'economia legale dei proventi delle attività illecite del sodalizio. 

I NAPOLETANI DELLA TUSCOLANA - Erano noti negli ambienti criminali come 'i napoletani della Tuscolana' gli affiliati al gruppo smantellato oggi dai Carabinieri di Roma. A quanto accertato dagli investigatori l'organizzazione era caratterizzata dall'integrazione tra personaggi di origine campana e noti criminali romani tanto da poter essere considerata una realtà autoctona che si avvaleva però della connotazione camorristica del suo capo, Domenico Pagnozzi, e di alcuni affiliati per poter accrescere la propria forza intimidatrice nella Capitale. Per gli inquirenti il gruppo gestiva lo spaccio di stupefacenti in alcune piazze della periferia della Capitale, come Centocelle, Borghesiana, Pigneto e Torpignattara. Durante le indagini sono emerse inoltre episodi di estorsioni e gravi intimidazioni per imporre il volere del clan e per recuperare crediti usurai anche per conto di terze persone. A quanto emerso, inoltre, l'organizzazione intendeva monopolizzare anche il controllo della distribuzione delle slot machines in molti esercizi commerciali della zona Tuscolana-Cinecittà. 

SCAMBIO DI FAVORI CON CLAN SENESE -  Ci sarebbero stati scambi di favore tra l'organizzazione di stampo camorristico sgominata oggi e il clan di Michele Senese per compiere fatti di sangue. È quanto ipotizzano gli investigatori. A quanto emerso dalle indagini, iniziate nel 2009, tra Domenico Pagnozzi e Michele Senese ci sarebbe stato un sodalizio che non si è spezzato negli anni. Quando si dovevano compiere delitti a Roma, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato uno scambio di favori tra i due con la 'mano d'opera' che arrivava da Napoli e poi spariva dopo aver compiuto l'omicidio.

ARRESTI ANCHE A NUORO - Ci sono anche due cognati residenti a Nuoro fra le 61 persone arrestate nell'ambito della maxi operazione. I carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato Calogero Palumbo, di 54 anni, imprenditore di Cerignola, e il cognato Fabrizio Floris, di 46, camionista di Nuoro. I due sono indagati per traffico di droga. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura-Direzione distrettuale antimafia. Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l'aggravante delle modalità mafiose e per essere l'associazione armata. 

 

ZINGARETTI: GRAZIE ALLE FORSE DELL'ORDINE  - "Desidero ringraziare a nome mio e dell'amministrazione regionale le Forze dell'ordine e la Magistratura per l'ottimo lavoro svolto nella lotta alla criminalità organizzata che ha portato all'individuazione di un'organizzazione per delinquere di matrice camorristica con l'arresto di 61 persone". E' quanto dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commentando l'operazione condotta questa mattina dai Carabinieri nei confronti di 61 persone legate alla camorra. "L'indagine è stata condotta dagli agenti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma- aggiunge Zingaretti- e a loro va un ringraziamento particolare per l'impegno profuso che ha permesso di smantellare un sistema radicato nel territorio con lo spaccio di sostanze stupefacenti, usura, estorsione, riciclaggio e altri gravissimi reati. Si tratta di un'operazione che dimostra come attuando un ferreo controllo del territorio e indagini scrupolose si possa estirpare il terreno fertile sul quale le organizzazioni mafiose tentano di mettere le radici".

ALFANO: OPERAZIONE BRILLANTE - Il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, plaude "all'imponente operazione anticamorra posta in essere dai Carabinieri che hanno arrestato 61 persone alle quali sono ascritti reati vari che vanno dall'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, dall'estorsione all'usura, dai reati contro la persona al riciclaggio". "Un'operazione brillante - sottolinea il sottosegretario Alfano - condotta dai Carabinieri in varie città d'Italia: Roma e provincia, Frosinone, Viterbo, l'Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro. Rivolgo - conclude Gioacchino Alfano - il mio più vivo compiacimento al Comandante Generale dell'Arma e a tutti i Carabinieri che hanno partecipato alle fasi di indagine e alle operazioni di arresto di questi malavitosi che hanno assicurato alla giustizia".