Giovedì 25 Aprile 2024

Camorra, il boss Aldo Gionta arrestato in Sicilia. "Fuggiva all'estero"

L'uomo, 42 anni, è stato fermato dai carabinieri a Pozzallo mentre si stava imbarcando su un aliscafo diretto a Malta

Aldo Gionta, il boss della camorra arrestato (Ansa)

Aldo Gionta, il boss della camorra arrestato (Ansa)

Pozzallo (Ragusa), 17 agosto 2014 - Il boss della camorra Aldo Gionta è stato fermato da carabinieri a Pozzallo, nel Ragusano, mentre si imbarcava su un aliscafo diretto a Malta. Secondo gli investigatori stava cercando di fuggire all'estero. Il boss era in possesso di una carta d'identità falsa, 1.000 euro in denaro contante ed era accompagnato da tre persone, un uomo e due donne (tutte incensurate), la cui posizione è al vaglio degli investigatori. 

Aldo Gionta, 42 anni, è reggente del clan camorristico partenopeo dei Gionta di Torre Annunziata (Napoli), ed è figlio del più noto Valentino Gionta, storico boss e fondatore del clan, attualmente detenuto al 41-bis. Il blitz dei militari dell'Arma di Modica e Torre Annunziata è avvenuto ieri sera: militari in borghese, mimetizzati tra la folla, hanno atteso che Gionta passasse il controllo dei biglietti e lo hanno bloccato. Dalle indagini dei militari è emerso che Gionta, durante i suoi spostamenti, si camuffava con occhiali da vista e parrucche, arrivando anche a travestirsi da donna, per eludere i controlli delle forze dell'ordine.

Gionta è accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso ed era ricercato da giugno scorso per un provvedimento di fermo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I Gionta erano stati negli anni Ottanta alleati a clan di Cosa Nostra operanti in provincia di Palermo e avevano combattuto, alleati dei Nuvoletta, contro la NCO di Raffaele Cutolo. Non è noto al momento se Gionta si sarebbe fermato a Malta o se aveva intenzione di proseguire verso qualche paese nordafricano. Il boss è stato condotto nel carcere di Siracusa. Ancora ricercato resta il figlio Valentino junior, 23 anni, pure lui sfuggito al provvedimento della procura di Napoli di giugno.