Lira, torna il cambio con l'euro? "Basta andare agli sportelli Banca d'Italia"

La Consulta ha bocciato ieri l'addio anticipato voluto dal governo Monti. Adusbef: "Rimborso possibile per tre mesi"

Banconote da mille lire (Ansa)

Banconote da mille lire (Ansa)

Roma, 6 novembre 2015 - Lira liquidata con troppa fretta. La sentenza di ieri della Corte Costituzionale (LEGGI Lira, la Consulta boccia l'addio anticipato) ha innescato un tam tam sui social network e non solo. La domanda che in tanti si pongono è questa: è di nuovo possibile il cambio lira-euro? Elio Lanutti di Adusbef, ieri ne era convinto. "La sentenza della Corte costituzionale che in ottemperanza alla legge del 2002, offriva il diritto di convertire in euro le banconote e le monete metalliche in lire, fino al termine decennale di prescrizione, ossia fino al 28 febbraio 2012, che il governo Monti aveva anticipato al novembre 2011, offre la possibilità di poter cambiare da domani (oggi, ndr), negli sportelli della Banca d'Italia, banconote e monete in lire ritrovate in casa da migliaia di cittadini". Da alcune stime le lire in circolazione si aggirano tra 1,2 miliardi e 1,4 miliardi di euro. Sempre che, come probabile, molti non si siano già disfatti della vecchia moneta. 

LE TAPPE - Da quell'addio anticipato, lo Stato incassò quasi un miliardo di euro.  La Banca d'Italia infatti versò l'ammontare equivalente alle lire circolanti ma non consegnate all'istituto in tre diverse rate. La norma che prevedeva da parte della Banca d'Italia il versamento anticipato delle lire che si riteneva non sarebbero state cambiate è della finanziaria del 2003, approvata nel dicembre 2002 che però non cambiò la possibilità di convertire le lire in euro. Questa decisione venne invece presa nel 2001 quando si decise di chiudere con un anticipo di sei mesi il termine previsto per il 28 febbraio 2012. La Banca d'Italia versò complessivamente oltre 930 milioni di euro: una prima tranche del 65%, pari a 608 milioni di euro nel febbraio 2003, una seconda del 25%, pari a 233,8 milioni il 31 gennaio 2008, e la quota rimanente, a saldo, dopo la chiusura del termine di conversione. 

LANUTTI -  Secondo Lanutti, la sentenza della Consulta afferma che "nemmeno la sopravvenienza dell'interesse dello Stato alla riduzione del debito pubblico, può costituire adeguata giustificazione di un intervento così radicale in danno ai possessori della vecchia valuta".  ai quali era stato concesso un termine di ragionevole durata per convertirla nella nuova. 'Nel caso in esame - si legge ancora nel testo della sentenza - non risulta operato alcun bilanciamento fra l'interesse pubblico perseguito dal legislatore e il grave sacrificio imposto ai possessori di banconote in lire, dal momento che l'incisione con effetto immediato delle posizioni consolidate di questi ultimi appare radicale ed irreversibile, nel senso che la disposizione non lascia alcun termine residuo, fosse anche minimo, per la conversione".  Adusbef, che aveva invitato gli utenti a non disfarsi della Lira in attesa dell'eccezione di costituzionalità, invitava gli stessi possesseri della vecchia moneta a recarsi già da oggi, e per circa tre mesi, in uno sportello della Banca d'Italia e pretendere il cambio in euro.

LIRA - Sulla stessa linea, Massimiliano Dona, dell'Unione Nazionale Consumatori. "Dopo la decisione della Corte Costituzionale, che ha giudicato illegittima la prescrizione anticipata della lira decisa dal governo Monti, tutti gli italiani che posseggono ancora il vecchio conio possono ottenere il cambio lira/euro". Dona aggiunge: "Sul sito della Banca d'Italia era presente un avviso che annunciava che non era più possibile la conversione. Normale, quindi, che i possessori della lira non si siano presentati, in quel lasso di tempo, agli sportelli delle filiali della Banca d'Italia, rinunciando a far valere i loro diritti". 

ECCO LA REPLICA DI BANCA D'ITALIA