Lunedì 22 Aprile 2024

Venezia, show di Vasco sul red carpet: "Mi amate perché non mi conoscete"

Il rocker di Zocca, atteso dai tanti fan, si è concesso sul red carpet. Vasco presente per la proiezione del documentario 'Il decalogo di Vasco' di Fabio Masi

Vasco Rossi a Venezia (Lapresse)

Vasco Rossi a Venezia (Lapresse)

Venezia, 12 settembre 2015 - Il Lido come San Siro per Vasco. Lo sbarco della rockstar - per dirla alla Vincenzo Mollica - è avvenuto oggi pomeriggio 11 settembre 2015, data indimenticabile negli annali della Mostra del Cinema di Venezia. La più grande rockstar italiana ha mobilitato l'intera macchina del festival per ore, avvenimento senza precedenti proprio perché dedicato a una nostra icona della musica, e non a un divo della settima arte.

Con Vasco Rossi è come se la kermesse avesse spinto sul pedale del gas. Una mostra al massimo, che ha avuto i suoi momenti culminanti nel red carpet, doppio, e nell'incontro alle 21 in sala darsena, sold out nella prima ora di prenotazione dei biglietti. Striscioni, manifesti e cori da stadio. Ma lui è il Komandante e per un giorno il suo popolo ha prevalso sugli aficionados cinefili della mostra. 

Subito un falso allarme all'Excelsior, quando si è sparsa la voce che poteva passare di lì. Un sosia fra il pubblico lo attendeva al varco. Ma l'originale ha ingannato pure lui. 

Tutti verso il red carpet, allora. Con lo slancio di un tuffatore olimpionico, per non perdersi il mini live che Blasco improvvisa nel delirio generale. Tra i pezzi, anche il nuovo singolo Quante volte, uscito oggi. Lui è qui. Finalmente. Giacca laminata, occhiali a specchio blu che non si toglierà mai, berretto. Una mezz'ora ancora e ci spostiamo in sala darsena. Il brusio si fa suono, il tempo di entrare per le centinaia di ragazzi che hanno pigiato per primi sul pulsante 'acquista biglietto' e si parte. Alberto Barbera dà il benvenuto allo special guest e a Fabio Masi, autore del Decalogo di Vasco, documentario di 60 minuti nato da un'idea e dalla cocciutaggine di Masi, autore di Rai3 ed ex facchino del tour Nessun pericolo per te. Uno che ha vissuto Vasco fin da piccolo, né più né meno che tutti i fan che riempivano la sala. 

Dieci 'ole' gigantesche hanno preceduto il decalogo di Vasco. Quello in diretta, prima dei quello mostrato sul grande schermo. Percorriamolo insieme.

" Se mi conosceste bene forse non mi vorreste così bene. Ehhhhhhh... Lo sai che io non sono mai sincero. Sono sincero solo nelle mie canzoni. Nella musica non nascondo niente. A un amico gliela racconto. Ma nell'arte... Oddio che parola importante. Ma sì, io penso che nell'arte si debba essere sinceri e onesti".

VITA SPERICOLATA. "Quando mi è arrivata quella canzone ho capito che era un dono. Potevo anche morire dopo, che ero già a posto. Non la pensava così un camionista, con cui ho avuto un incidente. È uscito incazzatissimo e mi fa: 'Te la do io la vita spericolata!".

CAREZZE E RABBIA. "Ho imparato questo mestiere, del quale non sapevo l'esistenza. La manista. Lì per lì quel nome mi evocava altri pensieri. Un pensiero in più. Perché la manista è quella che distribuisce carezze, spinte e sberle". La sala esplode in una risata che travolge lo stesso Vasco.

IL DIALOGO COL PUBBLICO. "Ve l'ho già detto che sono più contento quando sono inconsapevole e quando sono consapevole sono nervoso?". Mollica gli ricorda che 600mila persone sono venute ai suoi concerti quest'anno. "Ehhh io ho un pubblico un po' strano. Noi siamo quelli che non siamo mai pari. Stropicciati dalla vita. Masi è così. Stropicciato anche lui". Parole e strofe di canzoni scorrono spontaneamente in una serata magica. Per Vasco e per la mostra. I ruoli si dividono: è il cantante che dà l'imbeccata e il pubblico completa la canzone a squarciagola. Parlano tutti, stasera. Vasco, Mollica, Masi, i fan, i giornalisti - fan. 

VIVERE IN ITALIA. "Quando mi fanno le critiche sul mio Paese io rispondo "Ma non può mica esserci tutto qua, non può mica funzionare tutto! Non è mica la Svizzera". A questo punto ci sta bene la battuta di Orson Welles, che nel Terzo Uomo dice:" l'Italia ha prodotto I Borgia, Raffaello, Leonardo e Michelangelo. In secoli di storia la Svizzera ci ha dato solo l'orologio a cucù". 

UNA DOPPIA ANIMA. "Voi sapete che sono diversamente lucido, ma dal principio io sapevo di essere una rockstar. E ora che ci penso l'uomo è un po in credito rispetto alla rockstar. Ma non ero assolutamente un cantautore. Con tutto il rispetto, perché mi hanno insegnato a scrivere. Non potevo mica dire Lunga e diritta correva la strada. Io dico sono andato contro a un muro!  Io non raccolgo il microfono se cade, perché fai la figura da imbranato. Mi ricordo ancora quella volta, che mi esibivo prima di Cristian. Lui piangeva, piangeva, il microfono si era staccato dal filo, ma io mica mi chinai a raccoglierlo, lo lasciai andare".  La misura delle risate e del tripudio di gioia è colma, è ora di vedere il film. Non prima però di aver ringraziato la squadra di Blob, Enrico Ghezzi in testa, è salutare il pubblico sulle note del 'Blues della chitarra sola'.  E i selfie? " Fateli con il mio cartonato- suggerisce il rocker di Zocca - tanto la foto viene bene lo stesso".